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Ivo Pogorelich in concerto con la IUC all’Università di Roma La Sapienza

Martedì 18 Aprile l’Aula Magna dell’Università La Sapienza ha ospitato la serata concerto tenuta dall’artista Ivo Pogorelich, pianista serbo-croato di fama internazionale.

L’evento, facente parte del programma della 78esima edizione concertistica della IUC – l’Istituzione Universitaria dei Concerti – ha visto la presenza di un vasto pubblico, che ha acclamato entusiasta l’esibizione dell’artista.

Ivo Pogorelich nasce a Belgrado nel 1958 ed ha approfondito lo studio della musica sin dall’età di 7 anni. Dopo essersi esibito da solista a soli 10 anni, ha frequentato la Scuola Speciale di musica “P. I. Tchaikovsky” e il conservatorio di Mosca. Ciò che viene considerato come elemento di svolta nella propria vita professionale è l’incontro e la feconda collaborazione con la pianista georgiana Alisa Kezeradze, con cui apprende i fondamenti della tradizione occidentale della scuola pianistica russa. Artista, distintosi per i caratteri di originalità e innovazione, è oggi conosciuto a livello mondiale grazie alla sua fruttifera ricerca che ha reso le sue interpretazioni suggestive e raffinate allo stesso tempo.

Il programma della serata ha avuto esordio con Prélude in do diesis minore op. 45, composto da Fryderyk Chopin nel 1841 vicino Parigi, per continuare con gli Studi sinfonici (Études symphoniques) op. 13 con variazioni postume, composti da Robert Schumann a Lipsia nella prima metà del XIX secolo. A seguire, Pogorelich ha suonato un malinconico Valse triste op. 44, brano composto a Helsinki da Jean Sibelius nel 1904, e a chiudere il programma sono stati i Six moments musicaux op. 94 composti da Franz Schubert a Vienna negli anni Venti dell’800. A seguire, fuori programma, l’artista ha voluto regalare al pubblico un ultimo emozionante brano: il Notturno op. 62, composto da Fryderyk Chopin nel 1845-46.
Con la magistrale interpretazione di Pogorelich il concerto ha così permesso di rivivere un affascinante viaggio ottocentesco tra Stati europei, diversi ma accomunati dalle composizioni al pianoforte frantumate e non concluse, come se restassero a discutere e interrogare gli ascoltatori e, in ogni loro forma, lasciando l’audience con un finale aperto.

La bellezza dell’evento, oltre che dalle sublimi note musicali donateci dall’artista, è stata resa anche dal piacere dell’ascolto collettivo della musica: come afferma ai nostri microfoni Giovanni D’Alò, direttore artistico della IUC dal 2018, gli ultimi anni hanno reso difficoltosa l’organizzazione dello spettacolo dal vivo, il quale ha subìto numerose interruzioni oltre che la diminuzione e l’allontanamento del pubblico dai luoghi di spettacolo; se quella dell’anno scorso può considerarsi una “stagione di passaggio”, stiamo adesso vivendo un assestamento riguardo le presenze, che sembrano finalmente far tornare quei numeri che precedevano gli anni della pandemia.

Tratto distintivo della IUC è proprio la presenza di studenti e studentesse che abbassano l’età media all’ascolto di musica classica, ma non solo: come sottolinea D’Alò, infatti, la IUC propone concerti che permettono di scoprire (e riscoprire) gli stili e i generi più diversi e innovativi, per avere una visione della musica completa, ma sempre di qualità, linea che l’Istituzione Universitaria dei Concerti intraprende sin dalla sua fondazione, nel 1945. D’altronde, aggiunge il direttore creativo, in un’Università grande e piena di diverse culture come La Sapienza, è giusto dar conto di tutte le manifestazioni culturali che appartengono al nostro tempo.
E a proposito di innovazione ed eterogeneità, prosegue la collaborazione decennale della IUC con l’Istituzione Sistema Biblioteche Centri Culturali di Roma Capitale, con le conferenze-concerto “Prendi Nota” all’interno del ciclo Note in Biblioteca. Come le parole e le note riescano a trovare un punto di incontro lo spiega proprio Giovanni D’Alò, affermando che la biblioteca consente – oltre che di raggiungere un pubblico nuovo e diverso – di contestualizzare e raccontare la musica, familiarizzando con le composizioni che vengono eseguite. “La musica non è una cosa che viene appresa naturalmente come altre materie scolastiche, ma è una forma di espressione dell’uomo e in quanto tale si evolve in base a ciò che ci circonda. Si tratta di una mediazione culturale con il pubblico e dunque tutte le occasioni di contatto stretto con esso possono essere preziose“.

D’Alò continua ad includerci nel mondo musicale, spiegando come quella della musica sia un’esperienza estetica e un entrare nel mondo dell’artista. L’artista è tale quando ha la capacità di creare un mondo interno, di intuire le cose prima di noi e di avere una sensibilità più sviluppata, che nel caso dei compositori si mette in atto attraverso l’organizzazione dei suoni. La musica, perché arrivi al pubblico, deve essere suonata bene: l’artista bravo non è chi sa suonare velocemente un pezzo difficile, ma è colui che senza guardare e senza parlare riesce a comunicare, solo facendo arrivare il suono che vuole ricreare in quel momento. Infine, un appello importantissimo e assolutamente attuale: “recuperiamo l’ascolto della musica dal vivo, perché la musica non solo vive nel momento in cui qualcuno la suona ma anche nello spazio che il pubblico condivide con l’artista, e ogni esperienza è unica e irripetibile: cambia sempre il risultato anche semplicemente spostandoci da una sala all’altra, da un momento all’altro”.

I prossimi eventi della IUC in programma sono ancora ricchissimi: Sabato 6 Maggio alle 17:30 sarà possibile assistere a L’offerta musicale di J.S. Bach, compositore che – per dirla con le parole di D’Alò – rappresenta per la musica quello che Dante è per la letteratura e Michelangelo per la pittura. Il concerto è interpretato da Ton Koopmann, Tini Mathot e dai Solisti dell’Amsterdam Baroque Orchestra. Martedì 9 Maggio ore 20:30 il violinista austriaco di origini lituane Julian Rachlin eseguirà la Sonata per viola e pianoforte di Šostakovič, alternando viola e violino, e la Sonata per violino e pianoforte di Franck in duo con il pianista Itamar Golan. Infine, l’ultimo appuntamento avrà luogo Sabato 20 maggio con la giovanissima Orchestra Canova, diretta da Enrico Saverio Pagano, e con la talentuosa violoncellista Erica Piccotti, che interpreteranno il Concerto per violoncello e orchestra di Schumann e la celebre Sinfonia “Degli addii” di Haydn.

Intervista a direttore artistico Giovanni D’Alò.

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