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Korea Week Cinema 2021, l’Hallyu arriva a Roma

Aprono, in data 10 novembre in aula P1, il seminario dedicato alla cultura e alla cinematografia coreana il prof. Adriano Aprà, storico del cinema, il prof. Edoardo Dell’Acqua, docente al Centro Sperimentale della Cinematografia e il dir. art. di Asian film festival Italo Spinelli.

Il seminario è stato coordinato dalle docenti del Corso di Scienze Semiotiche del testo e dei linguaggi: Isabella Pezzini e Bianca Terracciano.

A coinvolgere subito la platea di studenti e giornalisti è stato il maestro Dell’Acqua, il quale ha raccontato di come durante l’Aprile del 2020 è stato contattato da uno studio artistico coreano (del quale non ricorda il nome N.d.R.). Lo studio era interessato alla regia dei video YouTube italiani e hanno chiesto una collaborazione. Ha inizio così la stesura da parte degli studenti del C.S.C. di una web-series che ha voluto mettere come sfondo la Korea raccontandola attraverso la cultura e la manifatturiera.

Gli episodi della Web-series sono stati sviluppati attraverso la tecnica dell’FFF “Form follow function” ossia la forma segue la funzione. Sono stati divisi in 5 episodi narrativi e 5 esplicativi, passando dal Taekwondo alla carta Hanji fino ad arrivare ai Webtoon.

Il professor Aprà ha avvalorato la capacità e la caparbietà della cultura coreana attraverso un esempio che agli occhi di molti è sembrato rivelatore, qui cito “L’immaginario americano si è insinuato in noi attraverso la cinematografia che ci viene proposta dagli Anni ’30. Per noi New York sono i tombini fumanti. L’immaginario coreano si è insinuato non attraverso io tempo, ma attraverso la quantità di prodotti sviluppatisi”. Motivo per cui, dice sempre il professore, dopo il film di Sorrentino “La grande bellezza”, solo “Parasite” film coreano ma di produzione americana (Friedkin group.) è riuscito a vincere l’Oscar come miglior film.

Chiude il seminario il direttore Spinelli il quale afferma che si solo adesso si da risalto alla cinematografia e alle serie coreane, “Squid Game” su tutte, ma già dagli anni ’70 hanno provato con le loro produzioni a staccarsi dal colonialismo cinematografico americano e francese.