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“Visioni dell’AntropoCine”, come il cinema racconta l’ambiente

Nella serata di mercoledì 23 ottobre si è tenuta al Cinema delle Provincie la prima serata dei due incontri all’interno della manifestazione “Visioni dell’AntropoCine”, progetto promosso all’interno della Festa del Cinema di Roma nella sezione “Festa per il Sociale e per l’Ambiente” nato dal desiderio di capire come il cinema racconta l’ambiente e come con la sua forza dirompente può portare gli spettatori a riflessioni più attente sulla sostenibilità e le sue forme. La curatela di quest’edizione è di Marino Midena e Federica D’Urso, rappresentanti dell’Associazione culturale Roma Green e del Dipartimento di Storia Antropologia Religioni Arte e Spettacolo della Sapienza, Università di  Roma.

Al centro degli incontri con numerosi ospiti e delle proiezioni di documentari e cortometraggi è il tema della sostenibilità ambientale e «di come le attenzioni all’interno dell’industria dell’audiovisivo italiano siano sempre più indirizzate ad attuare politiche green e a portare sullo schermo tematiche ecologiste», con queste parole Midena e D’Urso hanno accolto gli spettatori nella sala del Cinema Delle Provincie, in gestione dal 2013 da Tonino Errico e recentemente insignito del premio Carlo Lizzani come “esercizio più coraggioso del 2024”.

Hanno portato i loro saluti il prorettore alla Sostenibilità dell’università Sapienza Livio De Santoli, l’assessore alla cultura del Municipio II di Roma (ente che ha patrocinato la rassegna) Fabrizio Rufo e Damiano Garofalo, professore di Storia del Cinema del Dipartimento SARAS.  Consapevolezza e impegno, vulnerabilità e interdisciplinarietà: questi gli argomenti cari ai docenti che con grande entusiasmo hanno introdotto il documentario “Appia antica: storia di una tutela” scritto da Milo Adami e Giuseppe Cederna.

Il 27 luglio 2024 l’UNESCO ha inserito la Via Appia Regina Viarum nella Lista del suo patrimonio mondiale. Il documentario racconta il processo della sua importante tutela e valorizzazione. Fondamentale è stata la figura dell’archeologo e giornalista Antonio Cederna, che a partire dagli anni ’70 si è strenuamente battuto contro la lottizzazione del terreno dell’Appia e per la conservazione e il riconoscimento dell’area come “pubblica”. Con amore e attenzione l’attore Giuseppe Cederna racconta della battaglia del padre e ci accompagna fino all’area archeologica di Campo di Bove, per lui ormai un luogo di casa.

Dopo un saluto di Simone Quilici, direttore del Parco dell’appia Antica, è seguita la consegna del premio “Ambiente e Legalità” promosso dalle associazioni Libera e Legambiente al regista romano Matteo Garrone per il suo impegno nel mondo del cinema e il suo forte impatto sociale nella lotta alla criminalità ambientale. Stefano Ciafani, Presidente nazionale di Legambiente, e Enrico Fontana, Responsabile nazionale dell’osservatorio Ambiente e Legalità,  hanno consegnato la targa al regista di “Gomorra” e “Io Capitano” sottolineando come la sua filmografia sia da sempre permeata un profondo senso di giustizia ambientale e sociale. Il momento è stato accompagnato da un video girato durante la presentazione in Senegal nell’aprile di quest’anno del film “Io Capitano” e mostra gli interventi e la partecipazione dimostrata dopo la proiezione da chi ha vissuto, o conosce molto bene, i pericoli del viaggio intrapreso da Seydou per arrivare in Italia.

È seguito un breve intervento della ricercatrice Chiara Certomà, coordinatrice del Progetto europeo di scienza partecipativa SeaPaCS, che ha introdotto la visione del documentario SeaPaCS – Partecipatory Citizen Science against Marine Pollution dei registi Federico Fornaro e Giuseppe Lupinacci, il film segue gli sviluppi della ricerca e delle attività di sensibilizzazione nelle scuole al problema della diffusione della plastica nei mari e negli oceani, la modalità di ricerca partecipativa infatti presume un coinvolgimento attivo della popolazione per affiancare allo studio scientifico un’applicazione pratica e immediata. È stata sottolineata l’importanza del mezzo cinematografico in relazione alla ricerca scientifica e all’immediatezza del messaggio veicolato.

In conclusione della serata, l’attrice Loredana Cannata, nota per importanti collaborazioni con il regista Ferzan Özpetek, in uscita a novembre con il suo ultimo film “Diamanti”, ha raccontato la sua esperienza di attivista, a partire dalle battaglie portate avanti a Francoforte dopo la crisi del 2008 fino ai progetti di cui si occupa attualmente, legati alla protezione e salvaguardia degli animali. Ha presentato il documentario “Until the end of the world” del regista Francesco De Augustinis, interessante lavoro che indaga l’acquacultura, ovvero l’allevamento intensivo ittico, da pochi anni così centrale nella produzione mondiale. Il viaggio per scoprirne l’impatto ambientale ed etico tocca tre continenti e si conclude appunto “at the end of the world”, a Punta Arenas, negli allevamenti della Patagonia cilena. Quello del regista è uno sguardo nuovo e interessante su un tema che ci tocca profondamente ma sicuramente poco conosciuto.

Angela de Jaegher

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