Una mattina di terrore ha scosso Roma venerdì 4 luglio. Intorno alle 8:00 un’enorme esplosione ha devastato un distributore di benzina e GPL dell’Eni in via dei Gordiani, nel quartiere di Villa De Sanctis. La deflagrazione ha dato origine a un incendio imponente, visibile in diversi punti della città grazie a una colonna di fumo nera che si è alzata nel cielo come un “fungo atomico”, secondo le parole di un soccorritore. Pochi minuti dopo, una seconda potente esplosione ha aggravato la situazione, coinvolgendo palazzi vicini e provocando ulteriori danni. Il bilancio provvisorio parla di almeno 16 civili feriti ma nessuno di essi risulta in pericolo di vita. Diverse ambulanze hanno trasportato i feriti presso gli ospedali Umberto I, San Giovanni e Vannini. Alcuni agenti sono intervenuti con le proprie auto di servizio per accompagnare i feriti più gravi.
Immediatamente dopo le esplosioni, la polizia locale del V Gruppo Prenestino ha evacuato l’area, incluso un centro estivo con 15 bambini e due palazzi vicini al distributore. Sono state chiuse via dei Gordiani e un tratto della stessa via Casilina. Deviate anche le linee degli autobus 105, 412, 554 e 558, mentre la fermata della metro C Teano è stata chiusa per motivi di sicurezza.
È stato attivato il piano di emergenza cittadino con il coinvolgimento di numerosi mezzi di soccorso e il rafforzamento delle strutture ospedaliere secondo il protocollo Peimaf, previsto in caso di afflusso massiccio di feriti. Sul posto sono intervenuti anche vigili del fuoco da Terni, Latina, Frosinone e L’Aquila. La procura di Roma ha disposto il sequestro dell’intera area dell’esplosione e ha annunciato l’apertura di un fascicolo d’indagine per accertare le cause, che secondo le prime ricostruzioni sarebbero da attribuire a una fuga di gas provocata da un camion durante un rifornimento.
Il sindaco Roberto Gualtieri e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni stanno seguendo da vicino gli sviluppi. Anche i ministri Piantedosi e Tajani si sono espressi, sottolineando l’importanza dell’intervento tempestivo dei soccorritori. “Il coraggio e il senso del dovere dimostrati oggi rappresentano un esempio straordinario”, ha dichiarato Piantedosi.
Numerosi testimoni raccontano la paura: “Sembrava un terremoto”, “I vetri sono esplosi, mia madre è ferita alla gamba”, “Siamo scappati in ciabatte”. L’odore di gas è stato avvertito da molti poco prima della prima esplosione. L’Arpa ha avviato un monitoraggio della qualità dell’aria e i residenti sono stati invitati a non aprire le finestre.
L’intera città resta col fiato sospeso in attesa di ulteriori sviluppi e conferme. Le operazioni di bonifica e verifica dei danni sono tuttora in corso.
Articolo di Matilde Trippanera