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Sostenibilità ambientale: presentato al Caffè Letterario il libro ‘Uso, disuso, riuso’

Sostenibilità ambientale

È incentrato sul tema della sostenibilità, il terzo della serie di incontri ospitati dal Caffè Letterario della facoltà di Architettura; l'incontro, dedicato alla presentazione del volume "Uso, disuso, riuso" di Fabrizio Cumo, Adriana Scarlet Sferra ed Elisa Pennacchia, ha visto gli autori alternarsi al microfono per presentare il contenuto del libro, che affronta il tema dell'edilizia prendendo in analisi il tema di materiali che vengono scartati ma che, in realtà, potrebbero essere riutilizzati. 

È incentrato sul tema della sostenibilità ambientale il terzo della serie di incontri ospitati dal Caffè Letterario della Facoltà di Architettura, dedicato alla presentazione del volume Uso, disuso, riuso di Fabrizio Cumo, Adriana Scarlet Sferra ed Elisa Pennacchia.

Le tematiche della sostenibilità ambientale sono oggi al centro delle varie iniziative che soprattutto l’Unione Europea promuove fra gli Stati membri: fra queste, un ruolo significativo svolgono tutte quelle azioni di prevenzione che puntano a ridurre un’eccessiva produzione di rifiuti (siano essi urbani o industriali) e alla trasformazione di questi da “problema” a “risorsa”. Seguendo questa logico, i tre autori hanno cercato di verificare se, come ed in che misura determinati rifiuti – opportunamente selezionati – possano essere oggetto di riuso per realizzare altri prodotti richiesti dal mercato. “I rifiuti sono solamente un segmento della problematica ambientale, un tassello che abbiamo affrontato con l’obiettivo di trasformare in una risorsa quello che è un problema dal punto di vista della salute dell’ambiente e delle persone”, ha esordito Adriana Sferra, ricercatore di tecnologia dell’architettura presso il dipartimento PDTA, attenta alle tematiche dell’innovazione tecnologica coniugata con la sostenibilità ambientale (ha all’attivo esperienze di coordinamento di progetti di ricerca internazionali), “di questi problemi ambientali se ne parla da sempre e questo significa che non abbiamo ancora centrato l’obiettivo: bisogna cercare di rendere le persone consapevoli di questo problema”. Elisa Pennacchia, architetto e docente di architettura sostenibile del master in Project Management presso la Sapienza, ha invece aggiunto: “le tematiche che abbiamo affrontato sono quelle dei rifiuti e dei materiali con i quali si costruiscono gli edifici. Abbiamo analizzato i materiali provenienti dal riuso, quelli provenienti dal riciclo e quelli che sono invece rinnovabili, cercando di individuare le componenti che possano essere in grado di sostituire il mattone, le quali si basano sul principio della prefabricabilità e che sono conformi alla normativa relativa al risparmio energetico degli edifici”.

Nel volume Uso, disuso, riuso, i tre autori hanno preso in esame il settore edilizio con l’obiettivo di verificare come determinati materiali di rifiuto (vetro, plastica, alluminio, legno, carta, gomma) e quelli utilizzati per gli imballaggi possano essere “riconfezionati” al fine di realizzare componenti edilizi di qualità, che rispondano al tempo stesso alle esigenze di sostenibilità ambientale.

Presente all’incontro il segretario dell’Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati Riccardo Fraccaro, che ha riflettuto in merito al tema della sostenibilità, esponendo gli obiettivi delle iniziative che cercano di risolvere il problema: “l’obiettivo principale è quello di abbandonare il modello del sistema economico lineare, che comporta una grande concentrazione di potere, e abbracciare un sistema economico circolare in cui il materiale venga recuperato e riutilizzato”. Ma è effettivamente utile abbandonare il modello economico lineare, al fine di risolvere il problema dei rifiuti? “La risposta non è così scontata”, osserva Fraccaro, secondo il quale “l’unica soluzione sia quella di abbandonare il sistema economico lineare, che è poco democratico. Bisogna distribuire la ricchezza, farla circolare, e in questo può esserci d’aiuto solo il sistema economico circolare”.

Mattia Marzi

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