L’insicurezza alimentare rappresenta una grave problematica che, ancora oggi, investe una parte della popolazione globale. Nell’ambito del ciclo di seminari Case studies on food and agricultural statistics, martedì, 6 maggio 2025, si è tenuto l’incontro intitolato Laboratory: how to measure the food insecurity experience scale condotto da Sara Viviani, esponente della Statistic Division presso la FAO.
Nel corso dei vari appuntamenti, organizzati dal Dipartimento di Scienze Statistiche in collaborazione con la FAO, è stato possibile analizzare da vicino una serie di tematiche, attraverso l’applicazione di determinate tecniche e specifici modelli, strettamente connesse agli obiettivi dell’Agenda 2030.
Il fulcro del nono seminario ha riguardato l’insicurezza alimentare, questione complessa che la dottoressa Viviani ha trattato nei suoi molteplici aspetti, da quelli teorici fino a quelli più concreti e pratici.
In particolare, prima di entrare nell’approfondita trattazione del fenomeno, la statista si è concentrata sull’illustrazione del modello di Rasch, metodologia fondamentale che è impiegata per lo sviluppo di strumenti di rilevazione più validi e per l’individuazione di interventi mirati. «Il modello di Rasch – spiega la statista Viviani – è uno strumento matematico che viene utilizzato non solo per produrre una stima quantitativa, ma anche per capire se i dati sono sufficientemente affidabili per provvedere a questa stima».
Questo strumento è essenziale per l’attività di produzione di stime, affidabili e comparabili, relative l’accesso al cibo in tutti i paesi del mondo. Nello specifico, il modello consente di realizzare delle scale di misurazione in cui l’insicurezza alimentare viene calcolata prendendo in considerazione diversi livelli di gravità, che possono variare da lieve a forte.
Tra le varie funzioni assolte dal modello vi è quella riguardante la valutazione degli strumenti impiegati per lo studio del fenomeno, come i questionari. In questo modo, è possibile determinare a quali quesiti risulta più complesso dare una risposta per le persone che vivono in condizioni alimentari poco certe.
Tante sono le sfide che la statistica si trova a fronteggiare per studiare fenomeni di questa portata. «Monitorare – spiega la statista Viviani – l’andamento di anno in anno e vedere verso quale direzione sta andando il mondo. Poi, sta ai singoli paesi utilizzare questa informazione per elaborare eventuali politiche e migliorare le condizioni di accesso al cibo».
Articolo di Elisa Caruso