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Ritrovato il settimo frammento del Compianto sul Cristo morto di Luca Signorelli, in mostra a Roma ai Musei Capitolini

Il volto di una “Vergine dolente”, le ridotte dimensioni e la presenza di alcuni elementi figurativi non pertinenti al volto della Vergine, come le mani che le sorreggono la testa: queste le caratteritiche a rivelare che la tavola, acquistata da un collezionista sul mercato antiquario, fosse parte di un tutto più grande. A risolvere ogni dubbio è stato Andrea G. De Marchi, noto storico dell’arte, il quale ha ricostruito la composizione riconoscendone subito l’appartenenza alla famosa deposizione.

La grande pala d’altare che Luca Signorelli dipinse tra il 1504 e il 1505 per la chiesa di Sant’Agostino nella città di Matelica, sarà presentata il 27 e 28 novembre in mostra ai Musei Capitolini in occasione delle due Giornate di Studio sul medesimo artista, al fianco della Pia donna in pianto dei Musei Civici d’Arte Antico di Bologna, e la Testa di Cristo della UniCredit Art Collection, altri due frammenti dell’opera marchigiana.

Il dipinto, commissionato da Giovanni Antonio di mastro Luca di Matelica, era rimasto sull’altare di Sant’Agostino fino al 1736, quando l’edificio fu rimodernato e ridecorato in stile barocco e la tavola venduta ad un abitante del posto. Probabilmente la pala fu successiamente frazionata, e le parti vendute singolarmente sul mercato antiquario romano. Dall’Ottocento i frammenti rinvenuti furono sei, sparsi tra varie collezioni pubbliche e private: alcuni proprietari hanno messo a disposizione il proprio pezzo d’arte per l’esposizione al pubblico, a riformare il famoso dipinto a tempera che oggi vede il ricongiungimento con la sua settima parte, anch’essa generosamente offerta in prestito alla mostra Luca Signorelli e Roma. Oblio e riscoperte.

La tavola è ambientata ai piedi della croce, il corpo appena deposto di Gesù si trova in terra ed è sostenuto dalla Madonna svenente, il tassello mancante. Alcuni dettagli macabri accrescono
l’intensità espressiva della scena, veicolo di grande emotività nei personaggi, mentre sullo sfondo si svolgono scene narrative.

La mostra, curata da Federica Papi e Claudio Parisi Presicce, è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, con l’organizzazione di Zètema Progetto Cultura; resterà aperta presso i Musei Capitolini fino al 12 gennaio 2020.

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