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Ribalta e retroscena delle donne nella storia dei media

Le donne, sopra e sotto le righe, nella storia dei media. Una location creativa e dalla personalità unica, quella di IF, che ha accolto, martedì, 29 aprile 2025,  un incontro interessante incentrato sull’analisi del libro “Donne nella storia dei media” di Anna Lucia Natale e Paola Panarese.

Il volume è una collection di studi realizzati nel corso del 2024 dall’Unità di Ricerca GeMMa (Gender and Media Matters) che si propone di approfondire il racconto del femminile nel discorso mediatico con il fine di individuare sia le rappresentazioni tradizionali che quelle più inedite, tipiche del nostro presente.

E’ in un’atmosfera intima e familiare, rara da respirare in altri contesti, che si sviluppa il confronto tra Alessandra Longo, giornalista de La Repubblica, e Milly Buonanno, Franca Faccioli, Lucia D’Ambrosi, Mihaela Gavrila, professoresse dell’Università di Roma La Sapienza, e Anna Lucia Natale (professoressa e curatrice del volume), ognuna delle quali ha contribuito a mettere in luce, attraverso il racconto su alcune professioniste più  o meno note, una molteplicità di temi, la cui origine è da ricercarsi proprio nella concezione di genere.

Diventa un imperativo muoversi verso una direzione che veda le donne, davanti e dietro lo schermo, come vere e proprie protagoniste di una storia “altra” dei media, differente rispetto a quella che le ha rese invisibili e marginali. Il libro accompagna il pubblico in un viaggio che inizia svelando il dietro le quinte della televisione e della radio con Laura Toscano e Lidia Motta, figure cruciali che hanno sfruttato le potenzialità dei mezzi di comunicazione, in cui hanno operato, per intraprendere dei grandi rinnovamenti a livello di tematiche trattate e linguaggio adottato. Proseguendo con alcuni volti della ribalta come Raffaella Carrà, Serena Dandini, Donatella Raffai, Luciana Littizzetto e Lella Costa, che hanno utilizzato la propria visibilità come cassa di risonanza per messaggi strettamente connessi al femminismo, ma, nonostante il loro contributo, spesso non sono state valorizzate nel modo appropriato.

E, oggi, chi ricopre un ruolo primario nei media? A questa domanda è possibile rispondere guardando alle figure che abitano gli ambienti digitali, le activist-influencer, i cui contorni del loro fare e agire risultano sfocati e contradditori poiché oscillano tra l’attivismo e il self branding. Altri esempi di femminilità performative digitali sono le virtual social media influencers, generate dal computer, il cui impatto può essere misurato tramite la possibilità di orientare gli atteggiamenti e le intenzioni di acquisto delle persone.

Poche luci e tante ombre si proiettano sulle donne, del retroscena e della ribalta, che vengono dimenticante nei racconti ufficiali della storia dei media. E’ arrivato il momento di scrivere un’altra storia!

      250429_Milly-Buonanno
      250429_Franca-Faccioli
      250429_Alessandra-Longo

Articolo di Elisa Caruso

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