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Procida Film Festival: Sezione Cortometraggi-Seconda serata

L’avvento della seconda giornata del Procida Film Festival ha visto varcare le soglie del Procida Hall molteplici ospiti con altrettanti di film da visionare. Il via alle 18:30 con la proiezione dei primi 6 cortometraggi, divisi in due sezioni: i primi dedicati a studenti di Università, Accademie e Scuole di Cinema, dimensioni in cui l’esperienza è minima ma la passione e il desiderio di lavorare permette grandi risultati ugualmente.

Ad aprire le proiezioni sono stati i ragazzi del laboratorio cinematografico Omissis con “Legittima omertà” che, in soli tre minuti, sono riusciti a far sorridere il pubblico, ma non solo; con la loro sceneggiatura tagliente sono stati capaci di trasmettere un forte messaggio. A seguire “Permesso speciale” di Ornello Saggio, un’opera che colpisce per la sua delicatezza narrativa e la profondità del messaggio. Con una regia essenziale, ma intensa, il regista ha dimostrato di saper raccontare anche il ciò che a parole non si percepisce.

Per concludere, “Falliti” di Pietro Macaione, che affronta tematiche attuali e pungenti care alle nuove generazioni, come la paura dell’insuccesso e il desiderio di riscatto. Una fotografia professionale che accompagna il racconto, con giochi di luce e ombra non solo come esercizi di stile ma capaci di trasmettere le emozioni degli attori.

La metà dei corti restanti è rappresentata dai documentari: “Qui dove il mare luccica” di Giuseppe A. Modica, dipinge la vita quotidiana di Sorrento con l’occhio della cagnolina Rosy, la mascotte di Marina Grande. Il tutto circoscritto nel ricordo del grande brano di Lucio Dalla “Caruso” del 1986. Restando sempre nel contesto partenopeo, Andrea La Puca coinvolge il pubblico descrivendo il “munaciello”, antica credenza napoletana capace, con la sua immagine, di affascinare e turbare allo stesso tempo. Un vero spirito leggendario che riecheggia ancora in quella Napoli antica, come conferma la frase “Nu s n parl, so cos antic”, ricorrente nella pellicola. A chiudere la sezione è “Martyrion, storia di Isabelle”, diretto da Luca Ciriello e Teresa Antignani, in un racconto di denuncia di scempi ambientali, focalizzato sull’isola di Malta. Jean Paul Sofia, giovane vittima di appena vent’anni, morto sotto le macerie di un cantiere edile, è il leitmotiv di questo racconto, attraverso un dialogo tra la regista Antignani e la madre Isabelle. In un grido di denuncia testimoniato dalla graffiante fotografia di Sara Terracciano, il documentario si auspica a lasciare un motivo di speranza.

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