Al calar del Sole si sono accese le luci del Procida Hall, location del festival cinematografico, e ha avuto inizio le terza serata del contest. Sogni, magia ed emozioni continuano a riempire l’atmosfera del lungomare dell’isola del Golfo, intrecciandosi con i brillantini e le paillettes degli attori, registi e produttori che sfilano sul red carpet.
Sette i corti in concorso nel venerdì procidano suddivisi in due sezioni: Corti stranieri e corti a tematica sociale per regalare al pubblico in sala momenti di commozione e riflessione. Il primo corto proiettato, ci porta nel paese più esteso del mondo, la Russia, con il film di Lolita Naranovich “Senza famiglia”; interamente ambientato nei pressi di una fermata extraurbana di una linea di autobus, una madre con i suoi tre bambini attende che il marito venga a prenderli. Lì con loro una misteriosa e anziana donna, in attesa di qualcosa che dovrá avvenire. La regista affronta una tematica poco attenzionata, cercando di sensibilizzare il pubblico.
Dall’est Europa, si arriva in Francia con il corto La valse des adieux di Louis Salvatore Bellanti. Reclusa nella solitudine della sua casa, Camille Claudel scolpisce La Valse, una delle sue opere più significative, simbolo del suo definitivo distacco da Auguste Rodin. Una protagonista silenziosa, che con il suo dono artistico, trasmette tutta la sua sofferenza.
Dalla sofferenza creata da un rapporto distrutto si giunge alla dicotomia tra il proprio io e la frustrazione di non poterlo esprimere in un paese come l’Iran. The birth of a girl di Mohammad Mojdehi narra di una ragazza di nome Reyhan che vuole diventare un ragazzo. Per realizzare questo desiderio, scappa di casa e si rifugia in un parcheggio multipiano, dove trova una sistemazione insieme ad altre persone nascoste nell’ombra. Il cortometraggio è dedicato a tutta la popolazione iraniana nella speranza che vivano in condizioni migliori.
Dopo quest’ultimo cortometraggio straniero, si passa alla sezione a tematica sociale con il corto Dall’angolo di Orfeo Orlando. Un ex pugile all’età di 43 anni soffre di alzheimer precoce, una malattia lenta e devastante che lo consuma giorno dopo giorno. Il già campione d’Italia non ricorda nulla della sua realtà quotidiana, dimenticando persino la figlia e il suo allenatore; l’unica cosa che resta lucida nella sua mente è il ricordo delle sue vittorie.
Dal problema sanitario di un solo individuo, si giunge al malessere diffuso che colpisce nel suo insieme un’intera generazione: il pregiudizio sprezzante e arrogante. Malpelo di Franco Blandi smaschera i pregiudizi che colpiscono i ragazzi nella loro età più delicata: giudizi affrettati, paure infondate, verità distorte. Ispirato al Malpelo di Verga, invita a guardare oltre le apparenze e a riscoprire la verità nel finale.
Al centro del prossimo cortometraggio c’è una tradizione familiare italiana che va avanti da secoli: il ragù. Il regista Cristiano Esposito, con il suo cortometraggio Etnoragù scuote gli animi tradizionalisti, cambiando la ricetta del classico sugo partenopeo. Il regista vuole però creare qualcosa di più emblematico, attraverso il finale, che considera il punto di forza del corto. Il mancato esito scontato costringerà il pubblico a domandarsi perché ci si aspetta sempre un finale sanguinoso quando si parla di Napoli.
In un mondo sempre più connesso, più smart e più digitale, la solitudine e l’apatia regnano sovrane tra gli esseri umani. La vita scorre tra un like e una ricondivisione, perdendo di vista ciò che lega l’uno all’altro: l’affetto, l’amicizia e la presenza. Presa dalle sue live Michela, protagonista del corto Follower #1, trascorre le sue giornate tra smartphone e social media, dimenticandosi di tutto ciò che le circonda, soprattutto suo figlio. Diretto da Alessandro Montone ed Elvira Gigante, la protagonista tornerà a contatto con la realtà solo dopo che la vita l’avrà messa di fronte a una cruda verità.
Al termine della presentazione dei corti viene consegnato il premio Procida – Isola di Arturo – Elsa Morante – XXXVIII Edizione – Sezione “Settima Arte” a Vanessa Roghi.
A cura di Giuseppe Marucci e Alessia Notaro
