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Nuovi scenari della sicurezza pubblica: il convegno alla scuola di perfezionamento di polizia

In un’ atmosfera di forte commozione generale, nella mattinata del 25 Maggio si è tenuta alla scuola di perfezionamento di polizia una lucida analisi di quelli che sono gli scenari della figura dell’analista della sicurezza pubblica, nonché come questa potrà evolversi in futuro.

Il convegno è aperto da Pierangelo Buttafuoco con un appello alla responsabilizzazione dei ragazzi che, in alta uniforme, seguono dalla platea. La loro responsabilità è quella di accompagnare nella realtà. E la responsabilità, aggiunge con un pizzico di compiacimento, è propria delle classi dirigenti. L’analista deve essere come un “chirurgo in una camera operatoria”: davanti ad un mondo imperscrutabile, egli deve essere cosciente del quadro più ampio e dei rapporti tra le cose.

Si è parlato di PNRR, piano nazionale di ripresa e resistenza e di come questo debba, nella lotta alle mafie, cercare di adempiere i vuoti lasciati dalle pubbliche amministrazioni, vuoti solitamente colmati dalle mafie. Il PNRR ha messo a disposizione 235 milioni di euro, di cui 69 a fondo perduto. La scelta etica è quella di spendere poco e bene, il rischio di dilapidare fondi in riforme non sufficienti. Il PNRR, nonostante sia stato finora occasione di scontri, era la possibilità di delimitare in maniera più netta il confine tra legale e non, tra mafia e stato.

L’attenzione è stata successivamente appuntata sui flussi migratori e di come questi modifichino e siano modificati dalla cultura italiana. Parlare di migrazione, vuol dire parlare di interazioni, potenzialmente patologiche, tra l’una realtà e l’altra. L’alto tasso di criminalità nella comunità migrante, dato dalle condizioni di vita sperimentate e altre variabili, non fa che aumentare il tasso di xenofobia. Su queste varianti correlate deve concentrarsi dunque l’analista.

Non manca un accenno alla narrazione positiva e credibile che si deve fare a proposito dell’apparato di sicurezza, in quanto “la credibilità è il marchio della potenza.” Ma che credibilità e quale narrazione se gli argomenti trattati rischiano di sembrare anche oscuri? Ne abbiamo parlato con i nostri ospiti.

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