Nuova ricerca Sapienza sulla formazione delle culture mediterranee: la rivista “Nature” pubblica un nuovo studio riguardante le comunità puniche e i fenici.
In particolare, ciò che viene messo in luce, è il legame culturale tra queste due popolazioni: dall’altro lato, il recente studio condotto per mezzo del DNA antico, mostra una loro distanza genetica.
Cerchiamo di approfondire meglio la questione…
Innanzitutto, che cos’è nello specifico il “DNA antico”? Come può aiutare la ricerca scientifica? Bisogna ricordare in primo luogo che attraverso il DNA, è possibile fare una lettura dei caratteri biologici di un organismo: si potranno così scoprire le capacità che tale organismo possiede nell’adattabilità ambientale e poter in tal modo comprendere la sua storia naturale ed evolutiva. Il DNA può fornirci testimonianza di qualsiasi organismo vivente, dalle piante agli esseri umani, dalla preistoria fino ai giorni nostri. In particolare, per DNA antico (o DNA) si indica qualsiasi traccia di DNA proveniente da un organismo morto o da organismi biologici non recenti (come in una goccia di sangue coagulata). E’ dunque, un DNA che è stato sottoposto ad un lungo processo di degradazione naturale (a causa delle normali condizioni ambientali, agenti patogeni, condizioni meteorologiche, azioni dell’ossigeno ecc.). Quali sono le caratteristiche del DNA antico? Di solito, è caratterizzato dalla presenza di poche molecole, da una composizione chimica che potrebbe rivelarsi inquinante, da una grande frammentazione e dal fatto di avere siti nucleotidi non identificabili. Tutto questo, va a comportare la necessità di un’accurata attenzione nello studio volto a rilevare l’autenticità dei risultati.
Ma, la Sapienza, in collaborazione con l’Istituto Max Planck (società tedesca per l’avanzamento delle scienze) e l’Università di Harvard, ha saputo condurre la propria ricerca in modo efficiente.
Ora infatti, torniamo sulla questione della scoperta riguardante i Fenici e le comunità Puniche.
Si è parlato di “continuità culturale e distanza genetica”.
Occorre subito sapere che fu nel VI secolo a.C., quando la colonia fenicia di Cartagine formò un piccolo impero di comunità note come “Puniche”.
Alessia Nava, direttrice del laboratorio Sapienza “BIOANTH” pensa che: “la cultura fenicio-punica si sia diffusa non attraverso migrazioni di massa, ma tramite processi dinamici di trasmissione culturale e assimilazione”. Ciò vale a dire che, a garantire uno stretto legame tra queste due popolazioni, è stata la trasmissione di sapere culturali, e non il fattore biologico.
Questa per Alfredo Coppa, antropologo e docente ordinario alla Sapienza, è una dimostrazione di quanto “questi risultati rafforzino l’idea che le società antiche del Mediterraneo fossero profondamente interconnesse”. Il DNA antico ha infatti messo in luce le scarse registrazioni storiche sull’ascendenza e sulla mobilità di queste popolazioni antiche. Inoltre, sempre grazie al DNA antico, è stato possibile rilevare che le civiltà fenicie del Levante hanno inciso in misura limitata sotto il profilo genetico sulle popolazioni puniche del Mediterraneo centrale e occidentale. Di contro, si è riscontrato forte il “quadro di relazioni (aggiungerei culturali) tra le comunità fenicio-puniche” prosegue Alessia Nava.
Com’è stata svolta la ricerca?
I dati genomici esaminati dai ricercatori, sono stati presi da 210 individui antichi, di cui 128 fenicio-punici, sepolti in 14 siti archeologici collocati sulla costa mediterranea.
La ricerca ha condotto un lungo campionamento su tutti i siti punici, Cartagine compresa, riscontrando come all’epoca, le persone che abitavano in quei luoghi, avessero profili genetici profondamente eterogenei.
Conclusione? E’ stato sempre l’elemento culturale ad aver giocato un ruolo chiave tra comunità puniche e i fenici: la Sapienza, infatti, rivaluta il fondamentale contributo dato dalle culture autoctone del Mediterraneo centrale alla formazione del mondo punico.
Un ulteriore contributo di questi stretti legami tra le popolazioni antiche mediterranee, è stato dato dal commercio e dall’usanza di questi popoli di adottare spesso matrimoni misti.
Una questione culturale dunque, quella della storia legata alle nostre civiltà del Mediterraneo…
ALESSIA COLOMO