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Le relazioni inter-coreane in una prospettiva storica e gli sviluppi recenti

Lunedì 10 marzo, presso l’Istituto Italiano di Studi Orientali (ISO) dell’Università La Sapienza, si è tenuta la special lecture dal titolo “Le relazioni inter-coreane in prospettiva storica e gli sviluppi recenti“. A presenziare l’evento Marco Milani, docente nonché ricercatore presso l’Alma Mater Studiorum Università di Bologna.

Per affrontare il tema centrale della conferenza, ovvero le recenti tensioni fra Corea del Nord e Corea del Sud, grande spazio è stato dato all’analisi dell’instabilità della penisola coreana la quale, fin dal XX secolo, si è trovata confinata fra il potere politico delle grandi potenze e le dinamiche legata alla Guerra Fredda. Milani, a tal proposito, spiega come la Corea sia soprannominata “il gambero fra le balene” proprio per la posizione vulnerabile in cui quest’ultima è collocata, schiacciata tra gli interessi di Cina, Giappone, Stati Uniti e Unione Sovietica.

La divisione e la Guerra di Corea

La sconfitta del Giappone Imperiale, avvenuta il 15 agosto 1945, avrebbe dovuto rappresentare un bagliore di speranza al fine del conseguimento dell’indipendenza coreana ma l’intervento sovietico e la conseguente proposta statunitense di dividere la penisola lungo il 38° parallelo hanno portato, spiega il docente, alla nascita di due stati separati: la Repubblica di Corea (Sud) e la Repubblica Popolare Democratica di Corea (Nord). Per cercare di risanare questa ferita, però, un primo tentativo di riunificazione venne attuato nel 1950 con la Guerra di Corea che si concluse nel ’53 con un armistizio siglato in un villaggio di confine di Panmunjom.

Le relazioni inter-coreane durante e dopo la Guerra Fredda

Durante la Guerra Fredda, continua Milani, le relazioni fra le due Coree hanno attraversato molteplici momenti di tensione e isolati tentativi di confronto. La “Dichiarazione congiunta” del 4 luglio 1972 ha rappresentato un momento cruciale per un primo e fondamentale tentativo di riconciliazione e di dialogo inter-coreano ma, la vera svolta si è verificata con la fine della Guerra Fredda e la conseguente democratizzazione in Corea del Sud. Questa propensione alla cooperazione si concretizza con la Sunshine Policy a seguito della proclamazione del primo presidente progressista Kim Dae-jung nel 1997. A tal proposito lo stesso ha dichiarato: “La Sunshine Policy cerca di guidare la Corea del Nord lungo un percorso verso la pace, le riforme e l’apertura, attraverso la riconciliazione, l’interazione e la cooperazione con il Sud”.  Questo periodo di pace però, viene interrotto dalla successiva elezione del presidente conservatore Lee Myung-bak nel 2007 che segna un brusco cambiamento con un ritorno alle tensioni.

Il contesto contemporaneo

Un ritorno alla cooperazione, illustra il professore dell’Alma Mater di Bologna, si verifica con Moon Jae-in, presidente progressista. Un ulteriore passo in avanti ha luogo nel 2018 grazie ai summit interni e l’incontro fra il presidente americano Donald Trumo e il leader nordcoreano Kim Jong-un. Tuttavia, però, questi progressi non sono stati duraturi e, il tutto, è stato ulteriormente aggravato dalla pandemia di Covid-19 che ha maggiormente isolato la Corea del Nord, riducendo notevolmente e nuovamente le opportunità di dialogo.

 

Per concludere, dunque, il futuro delle relazioni inter-coreane resta ancora incerto e soggetto a cambiamenti.

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