RadioSapienza

Il Futuro Ascoltalo QUI. La radio ufficiale della Sapienza

Il lavoro e la ricerca della felicità: una relazione complessa

Venerdì 30 maggio, al Centro Congressi del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale della Sapienza, si è svolto l’evento “La ricerca della felicità”. Al centro dell’incontro è stata la complessa relazione tra lavoro e felicità.
Dopo i saluti istituzionali di Giovanni Di Lorenzo, Facoltà di Scienze Politiche Sociologia Comunicazione, Emma Galli, Dipartimento Scienze Sociali ed Economiche e Gilda Morelli, AUREA Studium, è stato proiettato il corto musicale “Il coupon della felicità” di Agostino Ferrente, una toccante riflessione sulla ricerca della felicità.

Successivamente, è iniziato il primo panel, intitolato “La Felicità Negata e le sue conseguenze: il lavoro tra disuguaglianze e trasformazione”. Si sono susseguiti gli interventi di: Andrea Ciarini, Dipartimento Scienze Sociali ed Economiche La Sapienza, che ha parlato di produttività e utilità; Emanuele Felice, IULM, Milano, che ha illustrato il suo manifesto per un’altra economia e un’altra politica; Fabrizio Pirro, Dipartimento Scienze Sociali ed Economiche La Sapienza, che ha parlato di lavoro tra necessità e felicità. Interviene successivamente Joselle Dagnes, raccontando una parte di lavoro più empirico riguardo lo studio dell’anti work, in particolare analizzando la community di Reddit legato alle discussioni direttamente pubblicate dei lavoratori, rispetto alla loro disaffezione verso il mondo del lavoro. Si è cercato, a partire da ciò, di mappare una tassonomia dei profili più comuni. Il focus è sull’esperienza personale, vi sono soggetti che continuano a lavorare nonostante la poca soddisfazione; il risultato che ne prevale è che ad oggi l’affezione è sempre minore, con rifiuto per l’idea di carriera, con sempre meno volontà di sacrificio per la vita privata.
A conclusione del primo Panel intervengono Gilda Morelli e Gabriella Natoli, Inapp che affrontano il tema della felicità negata e la disaffezione del lavoro. Il focus è sul valore creativo dell’ozio, sottovalutato, a cui spesso si riferiva in modo approfondito Domenico De Masi. Si affronta il tema del lavoro legato al rischio della tecnologia, come questa possa avere effetti positivi così come negativi.
In conclusione si comprende che c’è un grave problema di fuga del lavoro, non è più al centro della vita dei lavoratori ed merito a ciò è importante analizzare il tempo fuori dall’ambiente lavorativo. “Cambiare la cultura è complesso, ha bisogno di spazi vuoti, l’arte ci possono indicare strade diverse per porci domande nuove.”

Il secondo Panel, si concentra sui modelli culturali ed educativi possibili per affrontare le sfide e le crisi del lavoro, inizia con un primo intervento, Giovanni Mari, filosofo del lavoro, che affronta le trasformazioni del tempo libero in ozio. Uno dei frame su cui si concentrare maggiormente riguarda il capitalismo legato al lavoro come tema di infelicità, Smith considerava il lavoro come fonte di pena ed infelicità, ed il capitalismo è sviluppato su questa pena, ragionamento completamente avverso invece è fatto da Marx. De Masi, riconosce il capitalismo come legato ad una cultura profondamente infelice, anziché sottolinearne l’utilitarismo, ne sottolinea l’aspetto culturale. Il lavoro ad oggi è detto “sottomesso” alla felicità.
Continuano gli interventi con Patrizia Cinti, Aurea Studium che tratta l’incertezza sul futuro legato al lavoro riguardo le nuove generazioni. Ad oggi parla di “professioni a banda larga”, il lavoro è in continua evoluzione, bisogna essere capaci di essere dinamici.

A cura di Eleonora Cavarra e Alessia Torcasio

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.

Chiudi