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Il giornalismo: una sfida educativa per il presente

Locandina evento

L’evento Teaching Environmental Journalism, ospitato presso il Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale, ha messo in evidenza l’urgenza di ripensare il modo in cui si forma la nuova generazione di giornalisti in un’epoca segnata dalla crisi climatica. Il giornalismo ambientale emerge sempre più come una disciplina centrale, capace di intrecciare politica, economia, scienza, cultura e società, e di muoversi tra i livelli locale e globale, tra esperienze individuali e dinamiche collettive.

L’attenzione crescente verso le tematiche ambientali impone una riflessione su come insegnarle in maniera strutturata. Il cambiamento climatico non è solo un argomento da trattare, ma un contesto che richiede nuovi strumenti, nuovi linguaggi e una profonda consapevolezza da parte di chi comunica. Questo tipo di giornalismo non si limita alla cronaca degli eventi naturali, ma interroga i rapporti di potere, le responsabilità politiche e le conseguenze sociali delle scelte ambientali.

Durante l’incontro sono stati condivisi i risultati e le riflessioni emerse dall’Assemblea Generale Annuale dell’EJTA, tenutasi a Cluj-Napoca. È emersa chiaramente la complessità del giornalismo ambientale non solo sul piano dei contenuti, ma anche nella sua integrazione nei corsi universitari. Due grandi questioni restano aperte: da un lato, definire i confini della disciplina, cioè comprendere quali temi debba abbracciare e con quale profondità; dall’altro, stabilire se debba diventare una parte stabile del curriculum formativo o essere trattato come specializzazione.

Il giornalismo, in particolare quello ambientale, si fonda su una tensione continua tra fragilità e responsabilità. Chi lo pratica si confronta con la delicatezza degli ecosistemi e, allo stesso tempo, con la necessità di informare un pubblico spesso disorientato o poco sensibile. Questo richiede passione, rigore e consapevolezza.

Un ulteriore contributo è arrivato dal professor Peter Laufer, dell’Università dell’Oregon, giornalista e autore di numerose pubblicazioni. Anche se non è riuscito a intervenire di persona a causa di condizioni meteorologiche estreme, la sua esperienza ha offerto spunti rilevanti. I suoi lavori più recenti, tra cui “La battaglia delle farfalle” e “Don’t Shoot the journalists”, mostrano come il giornalismo si trovi sempre più esposto a pressioni politiche, persecuzioni e mutamenti di mercato che ne minacciano l’esistenza stessa. In particolare, Laufer esplora il legame tra giornalismo e diritti umani, tra libertà di stampa e instabilità politica, descrivendo le vite di giornalisti costretti all’esilio a causa del loro lavoro.

Nel contesto globale, dove il giornalismo viene spesso delegittimato, criminalizzato o ridotto a spettacolo, la formazione diventa un atto di resistenza e responsabilità. Insegnare giornalismo ambientale oggi significa fornire agli studenti non solo competenze tecniche, ma strumenti per leggere criticamente la realtà e agire in modo etico.

L’evento ha dunque rappresentato non solo un’occasione di confronto tra accademici e professionisti, ma anche un invito a rafforzare una cultura del giornalismo che sia consapevole, indipendente e capace di raccontare la complessità del mondo con onestà e profondità.

 

Articolo di Matilde Trippanera

Segue intervista del professore Christian Ruggiero, organizzatore dell’evento

      Christian-Ruggiero

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