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“IL FOREST GUMP” DIETRO LE QUINTE: LA TV DI MARIO MAFFUCCI

Venerdì 7 marzo, nel corso di Entertainment and television study (all’interno della magistrale di media comunicazione digitale e giornalismo) a “La Sapienza” di Roma, è stato presentato il libroSamu-Rai” di Andrea Scarpa, riguardante l’intervista fatta a Mario Maffucci. Entrambi sono stati ospiti nella lezione-evento tenutasi dalla professoressa Mihaela Gavrila (ricercatrice e docente presso il dipartimento di comunicazione e ricerca sociale “Coris” della Sapienza), insieme alla partecipazione del docente di giornalismo culturale del Coris, e giornalista, Marco Lombardi.

 

Andrea Scarpa, autore del libro, è giornalista caporedattore per la sezione dedicata a Cultura e Spettacoli del quotidiano “Il Messaggero”. Mario Maffucci (protagonista dell’opera di Scarpa), è un giornalista, autore televisivo e soprattutto è stato dirigente tv in Rai dal 1968 fino agli anni 2000; è noto soprattutto al grande pubblico per aver creato e realizzato il programma condotto da Adriano Celentano “Fantastico 8” e “Sette anni di cabaret”.

 

Nel libro presentato all’evento, vengono infatti raccontati alcuni aneddoti riguardanti le storie televisive vissute da Maffucci in prima persona. Quelli narrati, non sono soltanto alcuni attimi della storia televisiva, ma anche dei momenti vissuti dal nostro stesso Paese, storie importanti per la cultura televisiva degli italiani. Il libro, di facile lettura, potrebbe esser definito come una raccolta di aneddoti familiari testimoniati da Maffucci, e scritti da Andrea Scarpa con brillante leggerezza.

Innanzitutto ci si chiede: “Come nasce Samu-Rai”? Andrea Scarpa testimonia che questo è un libro nato dalla decisione di voler raccontare un’avventura umana straordinaria, quella di Mario Maffucci”. Per restare nel solco della carriera professionale, nello scrivere quest’opera, l’autore applica un buon grado di rigore giornalistico, ma anche inserendo un ritmo leggero ed incalzante, che serva proprio a facilitare la lettura al suo pubblico. Secondo Scarpa, è stato importante testimoniare a tutti noi lettori la storia di Maffucci, poiché la sua è stata un’esperienza televisiva fatta di scelte che si sono positivamente concretizzate: Maffucci è stato autore di una stagione televisiva davvero florida! Bisogna però, sottolineare che egli prima di raggiungere la sua grande carriera, agli inizi si è sentito alquanto inadeguato, di fronte a molti altri più grandi di lui che già erano emersi, un po’ come Forest Gump: e proprio come lui, Mario Maffucci non ha mai mollato, arrivando così ad ottenere il successo.

E’ stato proprio Maffucci stesso, ad inventare il genere del concerto nel Festival di Sanremo, portando sullo schermo televisivo italiano, grandi artisti della scena musicale, quali Madonna-noto concerto del 1987- poi Frank Sinatra, Prince, I Queen e i Pink Floyd. Nella tv ha saputo anche introdurre la grande moda, primi fra tutti Valentino e Armani. E’ stato anche colui che ha portato in tv il santo Papa Giovanni Paolo II, il quale ottenne un forte sostegno dal pubblico giovanile, cosa davvero inaspettata.

In modo molto giocoso, Maffucci testimonia inoltre, una storia che non potrà mai dimenticarsi: quella riguardante “l’incidente del silenzio” a Fantastico 8. Per la prima volta, di fronte ad un commento del pubblico, il conduttore Adriano Celentano rimase in silenzio in piena diretta televisiva, costringendo il nostro dirigente a richiamare la pubblicità di 90 secondi. Ma, è proprio questo indimenticabile “sbaglio” a far nascere i suoi frutti: grazie all’invenzione talentuosa di Celentano, iniziarono ad apparire gli sketch dei silenzi nella diretta televisiva italiana. Insomma, questo è solo uno dei tanti aneddoti che potrete scoprire con la lettura di questo interessante libro dedicato alle storie della tv in Italia viste da chi la televisione l’ha fatta davvero!

Concludiamo col domandarci quale sia l’idea che Maffucci ha rispetto la tv stessa. E soprattutto, come dovrebbe essere il servizio pubblico secondo lui. Il dirigente Rai afferma che “la tv è voglia di…” quella di essere impegnati nella ricerca di un bene comune. La televisione dovrebbe attuare un salto di qualità: quello di produrre una vita migliore. Questa riflessione, è tante altre presenti nel libro, sono utili per farci riflettere circa il panorama attuale in cui siamo immersi… se prima i generi televisivi avevano un’identità culturale, ad oggi possiamo dire, secondo quanto affermato da Scarpa e Maffucci, che questa identità è stata smarrita. Cerchiamo invece, di dare ascolto alle anime del nostro Paese, la tv ad oggi ha davvero bisogno di recuperare il senso perduto!

 

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