Nel tempo e nello spazio attraverso la scrittura greca documentaria. Le studiose Livia Briasco e Aneta Skalec, mosse da una viva curiosità e passione, hanno intrapreso un inteso lavoro di ricerca sull’archivio di Patermouthis, che ha costituito il fulcro dell’incontro che si è svolto mercoledì, 4 giugno 2025, presso il Dipartimento di Storia, Antropologia, Religioni, Arte, Spettacolo dell’Università di Roma La Sapienza.
Il volume, scritto a quattro mani, ha stimolato la riflessione dei docenti presenti in aula, Giuseppina Azzarello, Edoardo Crisci, Marco Maiuro e Paola Degni, i quali, a seguito di un’attenta lettura eseguita in precedenza, si sono aperti a un confronto stimolante di ipotesi e considerazioni insieme alle autrici.
La scelta dell’argomento trattato nasce nell’ambito delle attività di ricerca del progetto ERC NOTAE, ospitato presso il Dipartimento SARAS, che, disponendo di un ricco sistema informativo, ha permesso alle studiose di consultare diversi testi in lingua greca, latina e copta tra cui l’archivio di Patermouthis. Su quest’ultima opzione è ricaduta l’attenzione e la conseguente decisione di voler trattare questa documentazione per approfondire alcune questioni paleografiche e diplomastiche.
Prodotti tra la fine del V e l’inizio del VII secolo, si tratta di cinquanta documenti provenienti da Syene, città dell’antico Egitto, ritrovati all’interno di un archivio di cui Patermouthis fu l’ultimo proprietario. Il tema ricorrente nei papiri riguarda specifici aspetti strettamente collegati alla sfera patrimoniale ed economia della famiglia dell’uomo.
Adoperando un’indagine sulla scrittura greca documentaria, sulle forme e sull’organizzazione grafica dei testi del periodo è stato possibile risalire ad una serie dettagli. Infatti, da un’analisi paleografica-prosopografica, è stato notato come l’intervento grafico ha visto il coinvolgimento di molteplici membri dell’esercito e del clero nelle vesti di mittenti, testimoni dei documenti e anche loro estensori. Questo risulta essere un’osservazione rilevante poiché contribuisce a sottolineare come la maggior parte degli atti di Syene sono stati redatti da scribi occasionali e non da notai professionisti.
Rispetto al numero complessivo, Briasco e Skalec si sono concentrate sull’esaminare trentadue documenti greci conservati totalmente o in gran parte. Mentre, dalla ricerca sono stati esclusi i testi in copto perché complessi da attenzionare sotto diversi fattori.
Nonostante l’attacco hacker alla biblioteca di Londa, i tempi stretti di pubblicazione e l’uso di una lingua diversa rispetto a quella madre, le due studiose, con determinazione, sono riuscite a portare avanti l’opera, frutto della fusione e della sincera collaborazione tra due anime desiderose di scoprire nuove realtà attraverso i papiri studiati.
Articolo di Elisa Caruso