Dove natura e innovazione si incontrano. In occasione della mostra “Elogio della diversità”, il Palazzo Esposizioni ha ospitato, il 6 marzo 2025, l’incontro “Singapore – Una città nella natura” che ha visto la partecipazione di San Ling, rettore della Nanyang Technologiacal University di Singapore.
L’evento, curato da Isabella Grasso e Fabrizio Rufo, docenti presso il Dipartimento di Biologia e Biotecnologie de La Sapienza, si è focalizzato sull’analisi del ruolo cruciale della biodiversità nell’ecosistema e nella vita umana.
Un viaggio oltre oceano attraverso cui è stato possibile scoprire come Singapore, nel corso del tempo, è stata capace di far coesistere l’urbano con la natura. L’anima green della città-Stato risale al 1963, anno in cui il governo intraprese la prima campagna di piantagione di alberi con l’obiettivo di rendere Singapore più verde.
Negli anni, come ha sottolineato San Ling, sono state attuate una serie di strategie orientate alla conservazione della biodiversità come il miglioramento della conoscenza dell’ambiente naturale e della consapevolezza del pubblico e la promozione di collaborazioni a livello internazionale. Interventi di questo tipo hanno contribuito a far diventare Singapore una “city in a garden”.
Nel marzo del 2020, è stato lanciato un piano che si pone l’obiettivo di guidare Singapore verso un’altra conversione, quella di “city in nature”. A tal proposito, il rettore ha illustrato alcuni punti strategici come il ripristino della natura nelle aree urbane, il collegamento degli spazi verdi attraverso dei percorsi dedicati e il potenziamento della gestione e dell’assistenza veterinaria.
Il rispetto dell’ambiente si respira anche alla Nanyang Techonological University di Singapore, poiché, come ha ribadito lo stesso rettore, attraverso l’istruzione è possibile coltivare un forte legame con la natura.
Azioni concrete hanno condotto il campus verso la sostenibilità basti pensare all’elettrificazione degli autobus navetta della NTU, al riciclo dei rifiuti, agli edifici a energia zero fino ad arrivare alla cura di circa 400 specie uniche documentate nell’Ateno.
Tutto parte dalla conoscenza e dalla consapevolezza sul tema, chiavi essenziali nel preservare la biodiversità.
«Bisogna –afferma il prof. Fabrizio Rufo ai nostri microfoni– avere la consapevolezza che la biodiversità è proprio la nostra possibilità di continuare a stare nel pianeta».
Un progetto straordinario, quello di Singapore, che cerca di far dialogare l’uomo con la natura con il fine di ristabilire un equilibrio, troppo spesso, danneggiato dall’intervento umano.