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Emanuele di Nicola e il lavoro attraverso il cinema

Giovedì 9 maggio, a pochi mesi dalla pubblicazione del suo libro “La dissolvenza del lavoro. Crisi e disoccupazione attraverso il cinema” il giornalista e critico cinematografico Emanuele di Nicola, ha tenuto il seminario “Come il cinema vede il lavoro oggi” per alcuni studenti del dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale della Sapienza.

Accolto dal professore Renato Fontana, il quale si e’ occupato della prefazione del libro, Di Nicola ha mostrato come in seguito alla crisi economica del 2008, i registi contemporanei abbiano ricominciato a mettere al centro delle loro realizzazioni il mondo del lavoro e le difficoltà che questo comporta.

Come spiega Di Nicola, effettivamente il cinema stesso e’ nato raccontando il mondo del lavoro con i fratelli Lumière che nel 1895 filmano l’uscita degli operai dalla fabbrica di Lione. Molti altri film hanno poi raccontato questa tematica, quelli selezionati dall’autore per il suo libro sono stati spiegati e discussi in aula , nonché mostrati attraverso delle suggestive clip.

Partendo da Full Monty, film inglese del 1997 che di Nicola pone alla base di questo filone, il giornalista segue mettendo a confronto il film italiano “Buoni a Nulla” di Gianni di Gregorio e quello statunitense “Lo stagista inaspettato” di Nancy Meyers, che in maniera differente ritraggono due uomini avanti con l’età e il loro rapporto con il lavoro.

Di Nicola infatti analizza anche come il cinema tratti il tema in maniera differente a seconda del paese di produzione e conclude con due film francesi: “La legge del mercato” e “Due giorni, una notte”

Mihaela Gavrila, docente di Television Studies e responsabile scientifico Cinemonitor ha discusso del libro insieme allo storico Manfredi Alberti.

La Gavrila spiega come il termine dissolvenza oltre ad essere un termine dell’audiovisivo che implica il concetto di transizione, sia particolarmente adatto a descrivere il mondo del lavoro di oggi, sempre più’ instabile e celato sotto false promesse. La docente analizzando i dati dell’Osservatorio europeo sulla sicurezza segnala come la disoccupazione sia una delle principali preoccupazioni dei cittadini.  Il tema quindi dovrebbe essere affrontato con più forza dalle narrazioni mediali. “Il cinema in questo caso è riuscito a fare da supplente a quella che è la mancata attenzione che viene data all’argomento da parte dei media tradizionali” dice la Gavrila, elogiando il lavoro minuzioso svolto da Di Nicola.

Il cinema infatti gioca un ruolo importante nel raccontare gli aspetti più delicati della nostra società e può risultare fondamentale nel presentare le storie dei giovani che sembrano sempre più spesso essere ritratti dai media come dei “delinquenti”. La Gavrila conclude infatti sottolineando il bisogno di professionisti della comunicazione.

Anche Alberti ha contribuito al libro con una scheda che descrive lo scenario lavorativo in Italia in negli anni e’ cresciuta l’incidenza del lavoro precario. Lo storico ha inoltre ribadito come il prodotto di Di Nicola mostri la straordinaria capacità dei film di mettere a fuoco temi di tipo storico e sociale.

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