Il 14 ottobre, la Capitale è stata protagonista di una notte magica piena di musica, arte e buon vino in occasione della Notte Bianca di Via Margutta. La manifestazione inaugura la rassegna “Fuori Sala”, il nuovo format ideato da Alice nella città, con una serie di incontri, letture ed eventi all’insegna dell’arte in tutte le sue forme. L’evento proseguirà fino al 7 novembre, in concomitanza con il festival cinematografico di Alice, dal 15 al 26 ottobre.

Ad aprire la Notte Bianca è stata Elena Sofia Ricci – madrina dell’evento – che ha inaugurato la serata con il taglio simbolico del nastro. A seguire, nella galleria Maison Bosi, l’attrice ha recitato il monologo dell’Ignota in Come tu mi vuoi di Pirandello. L’interpretazione magistrale, accompagnata dalle riflessioni dell’attrice, ha mantenuto alta l’attenzione degli spettatori, soprattutto al grido di quel “fammi come tu mi vuoi”. Un grido che racchiude l’identità negata di una donna – l’Ignota- la quale ha perso se stessa, negandosi per amore; un gioco in cui noi donne, molto spesso ricadiamo, quando ci annulliamo completamente per amore di qualcuno. Eppure, dovremmo essere noi stesse ad amarci per quello che siamo.
Ed è qui che sta la vera tragedia, che è anche quella dell’Ignota, perché, come ha spiegato l’attrice: «il grande dolore non deriva solo dal passato, ma dalla perdita del presente, perché quando si annulla se stessi per qualcuno, si perde completamente la propria identità. L’identità negata da sé stessa, è la più grande tragedia e noi siamo campionesse mondiali nel farlo».
Con una voce e interpretazione profonda, che arriva dove deve arrivare, gli occhi commossi e attenti, e lo sguardo di una donna che ha fatto propria la voce dell’Ignota e l’ha resa voce di tutte: Elena Sofia Ricci ci ha restituito l’interpretazione di un monologo scritto nel 1929 che, ancora oggi, conserva tutta la sua attualità.
La serata è poi proseguita con gli altri spettacoli e letture nelle gallerie della via degli artisti, accompagnate da musica, esibizioni live e buon vino. Tutto questo, per celebrare l’arte in tutte le sue forme, coinvolgendo le realtà del territorio – come l’Associazione Internazionale Via Margutta– concretizzando quel progetto di convergenze su cui si fonda questa edizione del festival di Alice nella città.
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Articolo e intervista a cura di Alessandra Marino
