Come sta il sistema sanitario italiano?” è la domanda che, oggi più che mai, bisogna porsi per comprendere e riflettere sulla situazione attuale in cui si trova il nostro paese.
Si tratta di una questione che coinvolge ogni singolo settore della società come è stato ampiamente ribadito e approfondito durante l’incontro “Salute per tutti“, che si è tenuto martedì, 3 maggio 2025, presso la sede di Igiene del Dipartimento di Sanità Pubblica e Malattie Infettive de La Sapienza.

L’evento nasce dalla volontà di Maurizio Mareca, direttore della Scuola di specializzazione di Medicina di comunità e delle cure primarie, e da alcune specializzande del corso di aprirsi al confronto con la professoressa Chiara Giorgi, sulle diverse sfumature del tema affrontato nel suo volume “Salute per tutti. Storia della sanità in Italia dal dopoguerra a oggi”. Uno sguardo contemporaneamente rivolto sia al passato che al presente tramite cui è stato possibile ripercorrere i momenti cruciali che hanno portato alla nascita di un servizio sanitario universale e gratuito, che ha contraddistinto l’Italia dal resto del mondo per qualità e durata della vita media, per, poi, giungere alle recenti criticità con cui si deve interfacciare.

Un primo passo era stato già effettuato con l’articolo 32 della nostra Costituzione, che riconosceva la salute come diritto fondamentale dell’individuo e interesse della collettività, segnando così un netto distacco dal periodo fascista. Negli anni successivi, la svolta decisiva si verifica con la riforma del 1978 che ha contribuito alla realizzazione del Servizio sanitario nazionale, frutto dell’unione di strutture e attività destinate al mantenimento della salute fisica e psichica di tutta la popolazione.
Poco dopo, negli anni ’80, si assiste alla messa in discussione del servizio sanitario attraverso un nuovo modello di capitalismo che vede la riduzione delle risorse e l’allargamento delle attività di mercato. Si incomincia a diffondere una nuova visione della salute che prende le distanze dall’idea di diritto universale e inizia ad avvicinarsi ad una concezione aziendale che comporta l’applicazione delle dinamiche di mercato nel comparto pubblico.

Un altro aspetto che è emerso con maggiore intensità durante la pandemia di Covid-19 riguarda l’accentuarsi delle disparità territoriali e delle disuguaglianze sociali. Abitare in una determina regione d’Italia o provenire da una famiglia rispetto ad un’altra non deve influire sulla possibilità di accedere all’assistenza.

La privatizzazione del sistema sanitario e della relativa formazione sta contribuendo in modo notevole alla realizzazione di un nuovo ritratto del sistema sanitario italiano.
E’ necessario sfruttare il momento di crisi attuale per ripensare la sanità, non come merce privilegiata, ma come diritto uguale per tutti.

      250603_Chiara Giorgi

Articolo di Elisa Caruso