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Dove tutto è cominciato: la storia degli Internazionali d’Italia

Gli Internazionali d'Italia, Foro Italico | Fonte: elledecor.com

Torna maggio, torna Roma, tornano gli Internazionali d’Italia. Il torneo di tennis più importante del nostro Paese è pronto a vivere la sua 82ª edizione, dal 6 maggio (dal 29 aprile con le pre-qualificazioni) al 18 maggio, nella cornice iconica del Foro Italico. Un appuntamento fisso per gli appassionati, ma anche un’occasione perfetta per chi, magari, di tennis sa poco o nulla — e potrebbe scoprire, leggendo queste righe, che c’è molto di più di una racchetta e una pallina.

Fonte: TicketOne

 

Un evento che ogni anno attira i migliori tennisti del mondo e che nel 2025 segna un ritorno attesissimo: quello di Jannik Sinner, nuovo numero uno del ranking ATP, accolto dal pubblico italiano dopo il periodo fuori dai giochi. Ma com’è nato questo torneo? Perché si gioca a Roma? E come siamo arrivati fin qui?

Le origini, Milano 1930

Tutto ha inizio a Milano, nel 1930. L’idea nasce un anno prima, grazie ad Alberto Bonacossa, figura centrale nello sviluppo dello sport italiano e grande appassionato di tennis. Dopo aver assistito ai grandi tornei di Parigi e Wimbledon, decide che anche l’Italia deve avere il suo torneo internazionale.

Così, nel 1930, si disputa la prima edizione degli Internazionali d’Italia al Tennis Club di via Arimondi. I tabelloni sono ridotti (singolare maschile, singolare femminile e doppio femminile), ma l’entusiasmo è grande. Tra i protagonisti della prima edizione c’è anche un certo William “Bill” Tilden, leggenda americana che vince il titolo maschile. La prima vittoria italiana arriva nel 1933, con Emanuele Sertorio e l’anno successivo è storia: prima finale tutta italiana, vinta da Giovanni Palmieri su Giorgio De Stefani.

Le donne in campo

Nel torneo femminile, la prima a trionfare è la spagnola Lili de Alvarez, che nel 1930 supera Lucia Valerio. Ma l’anno dopo la Valerio si prende la rivincita, battendo l’americana Dorothy Andrus. Dal 1936 al 1949, come per il torneo maschile, una lunga pausa bellica interrompe la manifestazione.

Il trasferimento a Roma

Nel 1935, il torneo si trasferisce da Milano a Roma, presso il nuovissimo Foro Mussolini (ribattezzato dopo la guerra come Foro Italico), realizzato su progetto dall’architetto Del Debbio. Da allora, Roma diventa la sede stabile degli Internazionali, salvo tre eccezioni: Torino nel 1961, per celebrare il centenario dell’Unità d’Italia, Perugia nel 1984 e Taranto nel 1985, per il torneo femminile.

La rinascita italiana negli anni ’50

Dopo la guerra, negli anni Cinquanta, tornano le grandi firme del tennis mondiale: Drobný, Sedgman, Savitt. Tra loro si inserisce Gianni Cucelli, finalista nel 1951. Ma è con Nicola Pietrangeli, Fausto Gardini e Giuseppe Merlo che l’Italia torna davvero protagonista.

Il professionismo e l’epoca moderna

Nel 1969 gli Internazionali diventano ufficialmente un torneo professionistico e si inseriscono nel circuito maggiore. Gli anni Settanta e Ottanta vedono dominare i grandi della terra battuta: Năstase, Borg, Vilas, Lendl.

Negli anni Novanta e Duemila è la volta di Thomas Muster, Jim Courier, Marcelo Ríos, Gustavo Kuerten, Àlex Corretja. Nel 1994, inaspettatamente, vince anche Pete Sampras, dominatore delle superfici rapide. Seguono i trionfi di Andre Agassi, Juan Carlos Ferrero, Albert Costa, Félix Mantilla e Carlos Moyá.

Il dominio Nadal e l’era dei giganti

Nel 2005, Rafael Nadal inizia il suo dominio sulla terra romana: in vent’anni vince dieci edizioni, scrivendo pagine memorabili, spesso contro il suo eterno rivale Novak Djoković, che a sua volta trionfa sei volte. Dal 2007 la finale maschile è disputata al meglio dei tre set (non più cinque), scelta che rende il torneo più compatto ma non meno spettacolare.

Nel 2002, per ragioni di sponsorizzazione, il torneo assume il nome attuale: Internazionali BNL d’Italia. Tra le donne, da segnalare il grande riconoscimento internazionale ricevuto dal torneo, votato come miglior evento Premier 5 dal 2016 al 2018.

Roma oggi: struttura e numeri

Oggi il torneo dispone di ventuno campi in terra rossa, tutti scoperti: nove per i match ufficiali, dodici per gli allenamenti. Dal 2025, quattro campi in più rispetto all’anno precedente, e due costruiti oltre il Tevere, nei pressi del Lungotevere della Vittoria, ampliando lo spazio disponibile all’interno del complesso del Foro Italico (20 ettari).

La gestione è affidata alla Federazione Italiana Tennis e Padel (FITP), con la collaborazione di Sport e Salute S.p.A., proprietaria degli impianti. Il main sponsor resta BNL, e la FITP detiene tutti i diritti economici e commerciali dell’evento.

Il tennis a Roma | Fonte: adayinrome.com

L’edizione 2025: il ritorno di Sinner

Sarà un’edizione diversa da tutte le altre. Perché Jannik Sinner, dopo essere diventato il primo italiano nella storia a conquistare la vetta del ranking ATP, torna a giocare davanti al suo pubblico, da protagonista assoluto. Dopo una pausa di tre mesi legata all’accordo con la WADA, Sinner rientra ufficialmente in campo lunedì 5 maggio, con il primo allenamento sul Campo Centrale. L’esordio ufficiale è previsto tra il 9 e il 10 maggio, direttamente dal secondo turno.

Gli italiani in gara

Quest’anno saranno 23 gli italiani nel main draw tra uomini e donne. Oltre a Sinner, c’è grande attesa per il ritorno di Matteo Berrettini, assente dal Foro dal 2021, che giocherà anche il doppio con il fratello Jacopo.

Presente anche Lorenzo Musetti, protagonista a Montecarlo e Madrid, insieme a Cobolli, Sonego, Arnaldi, Darderi, Bellucci, Nardi, Fognini (alla sua 17ª partecipazione), Gigante e Francesco Cinà, esordiente assoluto.

Tra le donne, riflettori su Jasmine Paolini, attualmente n.5 del mondo, e sulla veterana Sara Errani, che con Paolini ha vinto il doppio lo scorso anno. In tabellone anche Cocciaretto, Stefanini, Brancaccio, Pedone, Urgesi, Zucchini e la giovanissima Tyra Caterina Grant, classe 2008, che ha recentemente scelto di rappresentare l’Italia.

Via al torneo

Tirando le somme, gli Internazionali d’Italia non sono solo un torneo. Sono una storia che attraversa quasi un secolo, un rituale che ogni maggio si rinnova tra la pietra bianca del Foro Italico e il rosso della terra battuta. Per chi ama il tennis, è casa. Per chi lo scopre, è un invito. In ogni caso, è un pezzo d’Italia che merita di essere vissuto.

Articolo a cura di Sofia Licata

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