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“War is over”. Le donne nell’Italia dal 1943 al 1946.

Giovedì 19 novembre, nell’ambito della mostra “WAR IS OVER! L’Italia della Liberazione nelle immagini dei U.S. Signal Corps e dell’Istituto Luce, 1943-1946.” al  Museo di Roma – Palazzo Braschi, le storiche Barbara Berruti e Annabella Gioia saranno le protagoniste di “Conversazioni per storie di genere”.

La mostra “War is Over” riprende la narrazione della guerra e dei suoi protagonisti, italiani e americani, attraverso il confronto e il dialogo immediato ed emozionante tra gli scatti dell’Istituto Luce e le fotografie dei Signal Corps, l’efficiente servizio di comunicazioni al seguito delle truppe statunitensi. Circa 140 immagini, anche inedite, e filmati d’epoca effettuati nel periodo tra lo sbarco degli alleati in Sicilia, nel luglio del 1943, e l’immediato dopoguerra.
L’incontro “Conversazioni per storie per genere” partirà alle ore 15  e sarà moderato da Patrizia Cacciani, responsabile della Mediateca dell’archivio storico dell’Istituto Luce; l’ingresso è libero per i visitatori del museo.
Il dialogo tra le due storiche accende i riflettori sull’universo femminile nell’Italia dal 1943 al 1946: dallo stereotipo fascista al voto delle donne. Verranno confrontate due realtà sociali differenti, Roma e Torino, come teatri di una storia in cui la presenza femminile è stata spesso invisibile, sebbene fondamentale. Negli anni critici che portano l’Italia dalla fine del Fascismo alla nascita della Repubblica, attraverso la Resistenza armata e civile, il ruolo della donna cambia.

Durante il fascismo la donna è considerata “l’angelo del focolare”, viene esaltata la figura della donna-madre.  Il regime fonda un’Opera Nazionale per la Protezione della Maternità e dell’Infanzia (O.N.M.I), cercando anche di ottenere maggior consenso.
Va ricordato che il diritto di famiglia, basato sul codice del 1865, si fondava sulla supremazia maschile e negava l’autonomia della donna. Con la soppressione dei partiti politici e dell’associazionismo vengono represse tutte le forme di attivismo femminile. Nel il 1926 le uniche organizzazioni riconosciute sono i movimenti femminili fascista e cattolico. Eppure è proprio con la guerra che le donne conoscono un nuovo tipo di libertà e il loro ruolo, considerato inferiore e destinato a operare solo all’interno delle mura domestiche, muta. Con l’arruolamento degli uomini, in forza e in età da lavoro, mandati al fronte a combattere contro gli Alleati, le donne sono costrette  ad assumere un ruolo sociale nuovo e a ricoprire la funzione di “capo famiglia”. Con la Resistenza le donne svolgono un fondamentale ruolo di organizzazione e sostegno alle attività partigiane, è in questo momento che l’emanicipazione femminile si afferma in Italia. La partecipazione femminile è, spesso, ai marigini delle operazioni, ma è un ruolo chiave nella cornice della lotta al nazi-fascismo. A partire, quindi, dalla lotta di Resistenza e dalla Costituzione del 1948, le donne sirasformano in soggetti storicamente visibili.

Nicoletta Petrillo