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Vestire il Giappone: all’Ara Pacis non solo le opere di Hokusai

Definirsi buoni intenditori di sushi e andare a caccia dei migliori ristoranti all you can eat, soprattutto nelle grandi città, è all’ordine del giorno già da qualche anno. Se non l’hai mai mangiato potresti essere uno “sfigato”. Ma immergersi nella cultura giapponese non è solo mangiare il loro cibo e farne una moda. Il Giappone ha alle spalle una serie di tradizioni, rituali e abitudini tramandati nel tempo. Dall’800 a oggi, seppur in chiave moderna e con delle trasformazioni, queste esistono ancora.

Una, arriva a Roma, al Museo dell’Ara Pacis, dove dallo scorso 22 ottobre è possibile ammirare ben 200 opere di uno dei maggiori artisti giapponesi: il maestro Hokusai, esponente insieme ad altri dell’ukiyoe.

La mostra “Hokusai. Sulle orme del maestro” rimarrà aperta al pubblico fino al 14 gennaio. Ma non è questa la vera occasione di fare un viaggio a ritroso tra le mura dei palazzi giapponesi. Segnate queste due date: 6 e 14 dicembre. Il motivo?

In occasione della mostra, i visitatori avranno la rara opportunità di indossare il soprabito haori, introdotto nella tradizione giapponese per proteggere il kimono. L’haori è un indumento intessuto con materie prime pregiate e rifinito con decorazioni lavorate a mano.

L’Ara Pacis, proprio in questi due giorni, ospiterà uno stand con una selezione di haori originali prodotti da Kimono Flaminia. Lo stand sarà all’interno della sala didattica del museo e l’ingresso gratuito.

I visitatori potranno provare l’abito seguendo la tradizionale vestizione giapponese. Per due giorni, potranno avere la sensazione di esser stati catapultati dall’altra parte del mondo per conoscere e apprezzare la qualità di un tessuto e di un indumento che ha fatto la storia di un’intero popolo.

Questa tradizione, infatti, apparteneva al popolo nipponico, ricco di usanze e rituali tramandati nel tempo. Il kimono ne fa parte.

La storia insegna che si rese necessario l’utilizzo di un soprabito per proteggerlo dai rischi di deterioramento e, al contempo, salvaguardare chi lo indossava dal freddo. Per questo nacque l’haori, l’indumento ad hoc, che l’Occidente in gergo comune definirebbe “giacca”. In origine era utilizzata solo dagli uomini, seguiti dalle geisha verso la fine del periodo Meiji. Con l’aprirsi del periodo Taisho, nel primi del ‘900, l’haori si diffuse al resto delle donne fino a diventare oggi un indumento di moda, tanto da influenzare lo stile contemporaneo.

Carmen Baffi