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Tullio De Mauro. Un intellettuale italiano

      Intervista Banfi (online-audio-converter.com)

Giovedì 26 aprile 2018, presso l’aula degli Organi Collegiali del Rettorato alle ore 16, a più di un anno dalla scomparsa del grande linguista Tullio De Mauro, è stato presentato il libro che ne celebra il ricordo:” Tullio De Mauro. Un intellettuale italiano”, edito dalla casa editrice ” La Sapienza” a cura di Stefano Gensini, Maria Emanuela Piemontese, Giovanni Solimine.

De Mauro infatti è stato sicuramente uno dei grandi intellettuali del Novecento, capace di incidere nel dibattito culturale e politico italiano come pochi altri. A ricordarlo i tantissimi contributi (introduzione del Rettore ed altri 35) che danno corpo al libro: dal brano di Alberto Asor Rosa, noto critico letterario, a Walter Veltroni, lo storico fondatore del Pd.

Hanno presentato il libro il Rettore Eugenio Gaudio; Emanuele Banfi, membro dell’Accademia Europea e Marco Mancini, capo Dipartimento per la formazione superiore e la ricerca del Miur. Mentre l’incontro è stato coordinato da Stefano Asperti, preside della Facoltà di Lettere e Filosofia.

L’obiettivo dell’evento è stato di esemplificare attraverso una serie di aneddoti, quanto Tullio De Mauro sia stato incisivo nel campo degli studi linguistici nazionali e internazionali.

Dopo i caldi apprezzamenti del Rettore per l’iniziativa da parte della casa editrice “La Sapienza”di pubblicare questo volume , sulla sua vita si è soffermato Marco Mancini, che ha voluto ripercorrere i primi passi dello studioso da quando sui banchi del liceo classico “Giulio Cesare” di Roma eccelleva nelle lettere classiche che poi prese come indirizzo alla Facoltà di Lettere e Filosofia della Sapienza, per poi appassionarsi al filone indoeuropeo e solo dopo queste tappe intermedie approdare al campo che lo renderà tanto celebre: la linguistica generale.

De Mauro, precisa Banfini, fu inoltre molto presente e attivo sostenitore per la nascita della SLI (società di linguistica italiana) nel 1967 convinto che il linguaggio fosse una delle chiavi migliori per comprendere le trasformazioni sociali. Banfini cita anche un allievo di De Mauro, Federico Albano, che lo definiva: “Linguista amico della filosofia” e, forse dice, per questo non fu sempre d’accordo con chi premeva per un’implementazione tecnologica nel campo dell’insegnamento, perché, diceva, “la strumentazione tecnologica non sostituisce l’insegnante”.

 

Pietro Sorace

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