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Tema sul bullismo. L’ultima di tante iniziative nate nelle scuole

Apro la finestra e mi lascio andare. È finita, finalmente in pace. Sono diverso, non sbagliato.

Non si tratta di realtà, questa volta. È la frase finale del tema scolastico di Ivan (nome di fantasia), un ragazzo di 12 anni che vive a Roma.

Il tema nasce dall’iniziativa della sua insegnate: proporre come compito in classe un tema sul bullismo, dove ogni bambino deve immaginare (o riportare nel caso fosse davvero accaduto), una scena di bullismo, comprendendo le vittime e gli artefici; infine un finale positivo o negativo. Lo scopo è quello di rompere il silenzio, di dare voce ai bambini che spontaneamente non hanno il coraggio di confidarsi, ma anche aiutare quei bambini che non vengono seguiti dai genitori, troppo immersi nel lavoro.

Dopo aver corretto i compiti dell’intera classe, l’insegnate decide di far leggere il tema di Ivan davanti a tutti. La reazione della classe è sconvolgente. Ivan racconta tutto ciò che gli è accaduto, come è stato emarginato a causa della sua voce squillante o deriso perché non ama il calcio. I compagni chiedono scusa per non averlo mai difeso, i suoi aguzzini infatti fanno parte di altre classi e grazie al racconto la maestra è riuscita a identificarli. Ivan non sceglie un finale negativo, ma spaventoso. Sceglie di raccontare il suo suicidio, spinto da un senso di vuoto e di impotenza davanti alla cattiveria di altri ragazzi come lui, si definisce diverso e si domanda se qualcuno si ricorderà mai il suo nome. Fortunatamente è solo un pensiero scritto nero su bianco ma abbiamo assistito ad episodi concreti.

L’insegnate di Roma non è la sola ad aver affrontato questa realtà con i ragazzi stessi, le iniziative sono tantissime e vedono protagonisti proprio i ragazzi, che si schierano con il più debole.

A Ravenna, i ragazzi delle scuole medie si sono sfidati “a suon di corti” contro il bullismo. Con l’aiuto di insegnanti e alcuni professionisti del settore, i ragazzi hanno rappresentato i disagi e le paure relative al bullismo. La rappresentazione più bella e più evocativa sul tema diventerà un vero e proprio cortometraggio. Diventa il regista del cambiamento è il titolo dell’iniziativa che è stata promossa da personalità celebri tra cui il regista Gerardo Lamattina.

In una scuola media di Modena nascono I Bulliziotti da un’esercizio di scrittura collettiva. L’insegnate si è accorta che molti dei ragazzi non si conoscevano ancora bene e che qualcuno iniziava ad avere atteggiamenti prepotenti. “Abbiamo approfondito il tema bullismo con ricerche, ci siamo messi dal punto di vista della vittima, dal punto di vista del bullo, da quello dei testimoni. È lì le emozioni provate dai ragazzi sono state tante, sono venuti fuori i loro veri sentimenti” dichiara l’insegnate. Alla fine di tutta l’esercitazione i ragazzi si sono chiesti cosa  fare per tutelare i più deboli e per far desistere i prepotenti; danno vita al “corpo dei bulliziotti” pronti ad aiutare chi ne ha bisogno. Inoltre è stata posizionata un urna nei corridoi della scuola per raccogliere segnalazioni e un sito dell’istituto consultabile dai genitori.

La sedicenne Erika Orrù, invece ha fatto tutto da sola. Derisa, emarginata e incitata al suicidio ha tirato fuori tutta la sua forza scrivendo un libro. Racconta la storia di due ragazze: Giada debole e insicura che al finale della storia si toglie la vita; Marika, più forte e determinata a combattere per vincere questa guerra e realizzare i suoi sogni. Lei è la seconda protagonista, che riscatta tutti gli anni passati pensando di essere inutile. Una sorta di autobiografia, che le ha veramente salvato la vita, dopo una serie di scelte difficili come abbandonare “per allontanarmi da una vita di insulti”.

In un’era dove tutto è dovuto, questi esempi di contrasto al bullismo buttom up fanno capire quanto ancora c’è da fare per sensibilizzare i ragazzi. Sicuramente le idee stanno cambiando, e sono i ragazzi stessi a mobilitarsi per sconfiggere una piaga che è sempre esistita, ma che negli ultimi anni si sta trasformando in un vero e proprio incubo.

Fabiana Roccio