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Storia costituzionale repubblicana, tra rotture e continuità

Politica e giurisprudenza, Stato e Magistratura, due universi distinti ma strettamente correlati, soprattutto all’ interno del passato (e presente) storico italiano, segnato dall’ esperienza del regime fascista e la successiva apertura alla forma di governo costituzionale repubblicano. Quali sono e quali sono stati i maggiori punti di continuità? Quali quelli di netta rottura? E soprattutto, in che modo gli studiosi di diritto e politica contemporanea devono avvicinarsi a questo tema controverso?

Di tutto questo e molto altro si è parlato mercoledì 5 aprile presso la Sala delle Lauree dell’Edificio di Scienze Politiche nell’ambito della giornata di studio sul tema “Le istituzioni nella storia costituzionale repubblicana: continuità o rottura rispetto al passato?”, organizzata e patrocinata dal Master in Istituzioni parlamentari “Mario Galizia” per consulenti d’assemblea, in collaborazione con l’Associazione nazionale perseguitati politici antifascisti. L’evento, che ha occupato l’intera giornata di lavoro, è stato suddiviso in tre sessioni: nella prima è stato analizzato il ruolo della giurisdizione durante il regime costituzionale provvisorio; la seconda sessione ha affrontato il tema della legittimità costituzionale nel dopoguerra e della crisi del rapporto tra politica, società e magistratura nella prima repubblica; infine la terza sessione ha esaminatole giurisdizioni contabili, quelle nazionali e sovranazionali. Il tutto è stato coordinato da Fulco Lanchester, professore di Diritto Costituzionale e comparato nonché giurista e costituzionalista italiano, a cui si sono succedute personalità emerite nello studio del tema affrontato quali Augusto Cerri, Antonella Meniconi, Andrea Ridolfi, Luca Albino, Gaetano Azzariti. 

Ciò che è emerso dall’incontro, oltre che a un decisivo focus spostato sul ruolo della magistratura in particolare, è stato il bisogno costante di indagare quel periodo di transizione che ha segnato una Italia prima dominata dal regime fascista e poi evoluta all’ordinamento repubblicano per capire in primis quali sono state le rotture e le continuità e, in un secondo momento, come ciascuna di esse abbia rappresentato un valore o un disvalore per il progresso politico e sociale del nostro Paese. Se la Costituzione sancì definitivamente quei principi (immortali) quali la libertà e i diritti sociali cambiando per sempre il ruolo della Magistratura (pensiamo ad esempio al concetto di indipendenza, di autonomia, la presunzione di innocenza), è pur vero che il “germe” fascista non fu mai totalmente epurato e al, contrario, il principio di legalità apparve eroso in modo irreversibile.

 

Intervista al Prof. Fulco Lanchester

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Sara Corrieri

 

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