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Noi a salvaguardia dell’ambiente e della nostra Terra

      Intervista a Flavia Strani

“Did you ever stop to notice. This crying earth, these weeping shores?” (“Ti sei mai fermato a notare. Questa Terra che piange, queste coste piangenti?”).

Attraverso le parole del famoso brano di Michael Jackson, scritto per denunciare apertamente gli errori dell’uomo che hanno compromesso l’ecosistema planetario, ha avuto inizio il convegno dal titolo Dare per salvaguardare l’ambiente in rete: una grande festa per la Terra presso l’Aula Magna del Rettorato della nostra Università, oggi 13 maggio 2022.

L’incontro è stato ispirato agli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite che rappresenta il nuovo quadro di riferimento globale per l’impegno nazionale e internazionale teso a trovare soluzioni comuni alle grandi sfide del pianeta, quali l’estrema povertà, i cambiamenti climatici, il degrado dell’ambiente e le crisi sanitarie.

Dopo i consueti saluti istituzionali, la conferenza è stata un susseguirsi di interazioni reciproche attraverso l’uso di video e atti teatrali. E’ stato un evento che ha rappresentato un cammino educativo per uno sviluppo sostenibile ed un progetto di educazione al risparmio energetico e all’ecologia integrale per la salvaguardia dell’ambiente.

Difatti, oltre la partecipazione di ricercatori, professori e studenti dell’Università, alla manifestazione sono stati presenti anche studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado di tutto il Lazio.

Per racchiudere questa tematica molto importante è stato proiettato un contenuto audiovisivo a tutta la platea, il quale ha fatto e fa riflettere sulla banalità del pensiero umano verso l’ossessione per l’innovazione tecnologica, non vedendo la semplicità della natura circostante.

Il video in un primo momento illudeva il pubblico di assistere alla presentazione di un vero e proprio strumento rivoluzionario, chiamato Albero. Tuttavia, solo verso la conclusione, il protagonista Maccio Capatonda, ha fatto trapelare il reale significato: “Noi siamo arrivati al punto che dobbiamo vendere gli alberi alle persone facendo finta di essere americani, così questi si pensano che sono fighi degli alberi…gli alberi sono la natura, certo che sono fighi!”.