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Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il premio Nobel per la fisica Giorgio Parisi all’inaugurazione dell’anno accademico della Sapienza

Lunedì 22 novembre 2021 si è tenuto nell’aula magna del rettorato l’inaugurazione dell’anno accademico della Sapienza, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in una città universitaria blindata dalle forze di polizia mobilitate per assicurare la sicurezza della carica più alta dello stato e assediata da giornalisti, sul posto per riportare l’evento.

Le forze di polizia in sorveglianza dell’entrata dell’aula magna del rettorato

“Initium sapientae timor domini”. L’inizio della sapienza è il timore di Dio. Da queste parole, incise sul portone principale del palazzo della Sapienza, prende il nome l’Università degli studi di Roma, fondata il 20 aprile 1303. L’evento è stato anticipato dai primi minuti di una serie di documentari prodotta da Rai Storia “Magnifiche. Storia e storie di università”, che ha ripercorso alcuni dei momenti più importanti della storia della Sapienza.

Hanno poi seguito i discorsi introduttivi del neo sindaco di Roma Roberto Gualtieri e del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, che ha sottolineato come nel settennio 2021-2027 i fondi dedicati alla ricerca sono raddoppiati in uno sforzo economico inedito per le università italiane.

La ministra dell’Università e Ricerca Maria Cristina Messa ha sottolineato nel suo discorso 4 punti: l’importanza tra la cooperazione all’interno della comunità scientifica; il piano di aumento progressivo e costante del fondo di finanziamento ordinario; il valore della persona e non solo dei suoi ruoli; il valore della ricerca, sottolineando poi il ritorno in presenza al 100% nelle aule che Sapienza ha garantito proprio dalla data del 22 novembre, riportandoci a scoprire la casualità dell’incontro e dell’arricchimento culturale, ottenuto grazie al senso civico e all’organizzazione.

È stato poi il turno della rettrice Antonella Polimeni, che ha concentrato il suo discorso sul tema della responsabilità, intesa in tutte le sue sfaccettature. Responsabilità verso la conoscenza, nel prendersi cura degli altri, contrario non di irresponsabilità ma di indifferenza. Impegnarsi a rispondere alle istanze del mondo di oggi, mettendosi alla prova e contagiando i saperi in ottica internazionale e transdisciplinare. Centrale nel discorso è quindi la collaborazione per arrivare a un obiettivo comune, che porta all’eccellenza rendendola accessibile a tutte e tutti per risanare la sfiducia verso il sapere e la scienza che sembra dilagare nella società di oggi.

Dopo l’intervento della rettrice ha parlato in rappresentanza degli studenti Malila Nazari, studentessa afghana di Global Humanities, che in un commovente e sentito discorso recita una poesia per le sue sorelle afghane, raccontando come i talebani calpestino i loro diritti perchè hanno paura della loro conoscenza, conoscenza che è in grado di creare ponti e connessioni con il mondo in uno scambio paritario dove chiunque può sentirsi accolto. dopo di lei il rappresentante del personale tecnico amministrativo Giuseppe Foti ha sottolineato il ruolo dell’università nella formazione della responsabilità individuale e collettiva.

Lectio magistralis di Giorgio Parisi – Il senso della scienza

la lectio magistralis del premio nobel per la fisica Giorgio Parisi si apre con il parallelismo tra la citazione del fisico Richard Feynman: “la scienza ha anche conseguenze pratiche, ma non è questo il motivo per cui la facciamo” e il dantesco “fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza”, mettendo subito in contatto scienza e cultura umanistico letteraria, che spesso e banalmente vengono messi quasi in opposizione. Uno dei temi principali dell’intervento di Parisi è stato infatti la scienza come passione, come cultura, come poesia e come arte.

Eppure nella società del dominio della tecnica sembrano stagliarsi dei rigurgiti antiscientifici in cui il prestigio della scienza diminuisce contemporaneamente a un vorace consumismo tecnologico. Se in passato si guardava al futuro con ottimismo e ci si affidava ai lumi della scienza, oggi invece sembra che si guardi al futuro con timore e con questo la scienza, che prima prometteva progresso, sembra invece accompagnare questo declino assieme alla sua reputazione.

Parisi sottolinea nel suo intervento l’importanza della comunicazione, evidenziando come le colpe di questa sfiducia, oltre che al periodo di crisi, possono anche rivolgersi ad una arroganza e a una chiusura spesso attribuiti al contesto scientifico, in cui cattivi divulgatori rappresentano la scienza quasi come una stregoneria comprensibile solo agli scienziati, alle élite, dimenticando l’importanza dell’inclusione. Nel suo intervento Giorgio Parisi sottolinea l’importanza di comunicare bene per essere convincenti e vede nelle università i luoghi principali di riflessione volte inoltre a formare professionisti della comunicazione in grado di comunicare a un pubblico vasto.

L’intervento del Presidente dela Repubblica Sergio Mattarella

L’inaugurazione dell’anno accademico 2021/2022 permette a Mattarella, a poche settimane dalla fine del suo mandato da Presidente della Repubblica, di tornare nella Università dove ha studiato giurisprudenza, sottolineando la storia di prestigio dell’Università La Sapienza di Roma.

Nel suo discorso Mattarella riprende i precedenti, evidenziando come tra le sfide che i cambiamenti ci propongono la ricerca e l’istruzione occupa un posto fondamentale, dato che infatti il caso aiuta solo menti preparate.   È il tempo della responsabilità (citando la rettrice Polimeni) e di coltivare la prospettiva di nuove possibilità (citando la studentessa afghana Malila Nazari).

In un passaggio il Presidente della Repubblica sembra anche distaccare l’ipotesi di un possibile secondo mandato, raccontando di come alla domanda di posta da uno studente sul come non venire assorbiti nell’esercizio del potere ha sottolineato come uno degli elementi necessari la temporalità degli incarichi, oltre che alla divisione dei poteri e una buona dose di autoironia e distacco.

Mattarella risponde poi al discorso di Parisi sul periodo di sottovalutazione della scienza e la sua percezione nel dibattito pubblico: per il Presidente della Repubblica la vaccinazione, oltre che strumento che ci ha riportato in una condizione di semi-normalità, è stato anche un referendum sulla scienza, che tra gli italiani vede la scienza 9 volte in vantaggio sulle tendenze antiscientifiche, evidenziando come il senso di responsabilità civica che ha portato alla vaccinazione di massa rimane l’istanza principale, nonostante a volte il dibattito pubblico possa farlo dimenticare.