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Oltre le Meteo bufale: Filippo Thiery racconta la comunicazione d’emergenza

Fake news, bufale: modalità disparate di definirle, ma sempre lo stesso significato. Si tratta sostanzialmente di “notizie false” che, sfruttando la viralità del web, si diffondono a macchia d’olio nei cervelli pigri e stanchi di elaborare. Ad affermarlo, innumerevoli studi di psicologia cognitiva che dimostrano che siamo naturalmente portati a non verificare ciò che leggiamo, nemmeno confrontandolo inconsciamente con ciò che sappiamo. E questo comportamento, nell’epoca delle fake news, può diventare decisamente pericoloso.
La “buona” comunicazione necessita di essere tale non solo nella cronaca dei fatti ma, soprattutto, nelle situazioni di emergenza: è questa la mission di Filippo Thiery, Funzionario del Centro Funzionale Centrale presso il Dipartimento della Protezione Civile, Meteorologo e volto di trasmissioni quali Geo&GeoIn occasione del seminario “Oltre le Meteo-bufale”, tenutosi lo scorso 21 maggio presso il Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale, l’attenzione dell’esperto si è focalizzata sul comparto specifico e sensibile dell’emergenza, ponendo in evidenza come la comunicazione dei rischi determini “responsabilità, ruoli e contenuti mirati”.

La distinzione tra previsione e prevenzione, le sfumature lessicali dell’informazione legata al meteo, le esagerazioni che creano allarmismi, le psicosi evitabili con una maggiore cura dei contenuti veicolati: la specializzazione che il dott. Thierry custodisce in meteorologia previsionale coltiva l’obiettivo di conciliare una concreta operatività e, perciò, curare tutto quel che concerne la comunicazione del rischio.
Casi concreti esplicano la portata funzionale del suo lavoro: quando, ad esempio, si parla di “vittime del maltempo”, sono davvero chiarite le cause?
Il professionista dell’informazione, complice lo scopo di catturare la volatile attenzione del lettore, sarà probabilmente portato ad assestarsi su una comunicazione superficiale che poco indaga ma tanto allarma. Alta vulnerabilità del territorio, comportamenti irresponsabili messi in atto, conseguenze di essi: i media quanto sono complici dell’allarmismo che si crea dall’ambiguità terminologica?
Numerosi gli interrogativi che nascono in merito, incrementatati dall’ utilizzo improprio dei social che, in contesti di rischi e emergenze, possono deteriorare la situazione e condurla al panico. Le sfide che la comunicazione di emergenza deve affrontare sono ancora disparate ma, l’accuratezza che il lavoro di Thierry si propone di portare avanti, è un punto di inizio significativo: l’attenzione ai dettagli, anche lessicali, è fondamentale per abbattere l’ombra delle fake news.
La lezione incontro di Giornalismo radiotelevisivo si conclude, infatti, con Nanni Moretti: “le parole sono importanti”.

Nicoletta Labarile

      Intervista Filippo Thiery

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