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Mercoledì 23 novembre una serata per Ennio Flaiano

Chi è Ennio Flaiano? Non è questa la domanda che dovremmo porci a 50 anni dalla scomparsa di una delle personalità culturali più rilevanti del ‘900 italiano: intellettuale, scrittore e giornalista, che non ricordiamo solo come sceneggiatore de La dolce vita con Fellini ma come uno dei maggiori interpreti e narratori della realtà sociale e politica della Roma e dell’Italia che dopo la crisi mondiale si riprendeva e cresceva corrompendosi, sicuro che ormai il meglio era passato. 

Nato in Abruzzo e romano d’adozione, instaura con Roma un rapporto complesso, negli stessi anni complessi che dal fascismo portano al boom economico; la città diventa la tribuna ideale per il suo personaggio: è qui che egli vive a pieno la nuova modernità, stringe rapporti con i grandi del suo tempo, pensatori critici anch’essi come Moravia, Ungaretti, Antonioni, Pannunzio, non supportando alcuna posizione della grande politica ma schernendone i fronti; è nella capitale con le sue bellezze e contraddizioni che sviluppa il carattere satirico che lo esalta e lo fa diventare un riferimento per i contemporanei; la stessa città che ha avuto un effetto catastrofico e che gli ha permesso di raccontare da Via Veneto, spinto dall’amore di commentare – come ricordato da Fellini -, quell’Italia dove sono accampati gli italiani, ritratto immortale nei film su cui troneggia il suo nome. 

Per una figura di tale spessore, Roma Capitale e la Casa del Cinema organizzano mercoledì 23 novembre alle ore 20:00 nella Sala Cinecittà di Casa del Cinema l’evento “Ennio Flaiano, il ‘Marziano a Roma’”, in cui verrà presentato il film Ennio Flaiano, straniero in Patria, di produzione 3D Produzioni e Rai Documentari. Il film, scritto e diretto da Fabrizio Corallo e Valeria Parisi, vuole celebrare lo sguardo anticipatore di un intellettuale raro per indipendenza, talento ed eclettismo. “Come in un viaggio – dicono gli autori del documentario – entriamo nella vita di un profetico osservatore della società italiana della quale ha raccontato vizi e difetti. Nella scrittura di Flaiano una vitale gioiosità comica e una satira amara e corrosiva si alternano a una vena di profonda malinconia e a un senso di inappagamento che probabilmente derivano da una vita complicata fin dall’inizio”.

A introdurre la serata, insieme agli autori, saranno l’assessore alla Cultura di Roma Capitale, Miguel Gotor, e il direttore di Casa del Cinema, Giorgio Gosetti. Inoltre, in uno speciale contributo video, Maurizio Costanzo, che di Flaiano era amico, leggerà un suo testo inedito scritto per l’occasione.

Il film recupera rari materiali di repertorio, interviste con personaggi come Federico Fellini, Vittorio Gassman, Suso Cecchi D’Amico, Ugo Gregoretti, interviste radiofoniche come quelle alla moglie Rosetta Rota, fisica e matematica legata al gruppo di via Panisperna, e con la quale lo scrittore condivise il dolore immenso per la grave malattia della figlia Luisa. Accanto a queste, anche le interviste realizzate per l’occasione: dal critico Goffredo Fofi, al regista Andrea Andermann, che con lui realizzò Oceano Canada, bellissimo reportage per la Rai di cui si vedono alcuni estratti. E poi Alessandro Gassmann, che lo ha conosciuto attraverso i racconti del padre, il critico teatrale Masolino d’Amico, che invece lo frequentava da bambino perché Flaiano era ospite assiduo a casa sua, Anna Longoni, curatrice dell’opera completa, la psicanalista Rossana Dedola e la giornalista Annalena Benini. E ancora lo sceneggiatore Francesco Piccolo, lo storico Francesco Filippi, che apre a una riflessione sul nostro passato coloniale coinvolgendo anche la scrittrice italo-etiope Gabriella Ghermandi, Gianfranco Angelucci, storico amico di Federico Fellini, e il quasi centenario fotografo Paolo di Paolo. Fino ad arrivare a Maurizio Mastino di cui Flaiano frequentava il ristorante a Fregene, vicino al litorale di Maccarese dove Flaiano aveva una casa e dove è sepolto.

Si cercherà di raccontare omaggiando uno scrittore satirico minore dell’Italia del benessere, così come si era definito immaginando di sfogliare un’ipotetica enciclopedia del 2050.  Anni prima da questa fatale data, possiamo dire che Ennio Flaiano rimane, invece, un grande della cultura del nostro Paese che continua a ritornare ogni volta che citiamo, spessissimo inconsapevolmente, un suo tagliente aforisma. Così, con la sua concisione e brevità, ci ha fornito di strumenti preziosi per continuare a raccontare di questa nostra realtà e di questa nostra situazione politica, ancora una volta, molto grave ma purtuttavia non seria.