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“Lo chiamavano RvM”: Pablo Rojas al Coris

Si è svolta ieri, mercoledì 5 aprile, la lezione-evento “Lo chiamavano RvM. L’evoluzione del servizio TV ai tempi dello smartphone” all’interno del corso di Teorie e Tecniche della televisione della professoressa Mihaela Gravilla. Ospite d’onore è stato il giornalista e autore Rai Pablo Rojas, che si è soffermato sulle le logiche produttive dei servizi televisivi.

In primis, Rojas ha riconosciuto che i servizi audiovisivi come telegiornali, documentari e reportage sono i co-protagonisti dei talk-show e nel tempo hanno subito un’evoluzione grazie ai progressi compiuti dalla tecnologia e alla contrazione di tempi, spazi e ruoli causata dalla globalizzazione. Mentre un tempo era il giornalista il solo ad essere in possesso di una notizia e del potere di divulgarla, oggi, grazie ai nuovi strumenti tecnologici, chiunque è in grado di riprendere un fatto e raccontarlo: è il “citizen journalism”.

Allo stesso modo, il team di un tempo era composto da un inviato, che si occupava della vicenda, da un cameraman, da un fonico e dal montatore; oggigiorno queste ultime tre figure sono ridotte in un unico ruolo, quello del film-maker o video-maker. Nel tempo tanti sono i passi fatti verso il miglioramento, si parla della qualità delle riprese, degli effetti e dello stesso modo di creare un servizio.

Pablo Rojas Elgueta, nipote dello scrittore Angelo Romanò, è un giornalista italiano. Dal 2001 al 2004 ha lavorato nella redazione del Maurizio Costanzo Show, approdando poi in Rai che lo ha impiegato per 5 anni come inviato della trasmissione TeleCamere, in onda tutte le domeniche su Rai Tre, dove realizza servizi, inchieste e reportage su temi legati alla politica, all’attualità e alla comunicazione. Dall’estate 2013 è l’animatore del moviolone all’interno della trasmissione Agorà, in onda su Rai 3, di cui da settembre dello stesso anno ne diviene autore e inviato dello stesso programma. E’ poi autore di video virali per il web che hanno catturato migliaia di views.

Rosa Martucci