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Laurea ad honorem a Giuseppe Cerasa in Media, comunicazione digitale e giornalismo.

Laurea ad Honorem

Laurea ad honorem a Giuseppe Cerasa «Chi ha fatto grande il giornalismo ha sempre difeso il diritto di raccontare i fatti, di tutelare le fonti, di andare controcorrente e di difendere la libertà di tutti. Grazie». Così ha concluso la sua lectio magistralis Giuseppe Cerasa in occasione del conferimento della Laurea ad honorem in Media, comunicazione digitale e giornalismo. Ieri mattina, lunedì 11 giugno, il direttore delle Guide di Repubblica, già direttore della Cronaca di Roma di Repubblica, è stato insignito del titolo presso la Sala del Senato delluniversità Sapienza. A presiedere la seduta, il rettore Eugenio Gaudio. Tra i presenti, anche lex presidente del consiglio Paolo Gentiloni, lex sindaco di Roma Walter Veltroni, il procuratore Giuseppe Pignatone, lartista Mimmo Paladino, il vicedirettore di Repubblica Angelo Rinaldi, il direttore generale del gruppo Gedi Corrado Corradi.

Lunedì 11 giugno, presso la Sala del Senato del Palazzo del Rettorato, si è tenuta la cerimonia per il conferimento della Laurea ad honorem in Media, comunicazione digitale e giornalismo al giornalista Giuseppe Cerasa. 

 

“Mi ha sempre incuriosito la vita degli altri,
mi ha sempre affascinato raccontarla,
mi ha sempre emozionato scoprire
i dettagli, averne più degli altri.” 
Per 17 anni caporedattore della cronaca di Roma di Repubblica, oggi direttore delle Guide del giornale, Giuseppe Cerasa inizia così la sua lectio magistralis. Una Sala del Senato piena di volti commossi, ha premiato un giornalismo non autoreferenziale, capace di raccontare una capitale che è centro della politica italiana e allo stesso tempo centro cattolico del mondo, tramite i suoi luoghi, i suoi sapori e la sua cultura.
Giuseppe Cerasa inizia la sua carriera negli anni settanta, nel quotidiano L’Ora di Palermo, per poi portare il suo giornalismo nella Capitale, dove assume la guida della Cronaca di Roma de La Repubblica. Nella sua lunga carriera è testimone dell’evoluzione della professione giornalistica mediata dall’avvento delle nuove tecnologie ma è anche e soprattutto un protagonista della formazione dei nuovi giornalisti.
“Come può chi non conosce nessuno, chi viene dalle periferie d’Italia incontrare e intercettare la curiosità di quanti lavorano e decidono nei giornali? Come si può creare un circolo virtuoso che possa permettere al giornalismo di non morire di autoreferenzialità e possa permettere alle giovani generazioni di provarci, di riuscire ad avere una scrivania, un computer, un luogo dove scrivere?”
Ammette, durante la sua lectio, che per il giornalismo sono tempi difficili, che giornalisti a volte si nasce ma più comunemente si diventa, che è necessario un durissimo lavoro di conoscenza, di approfondimento, di affinamento del senso dei fatti. Ricorda grandi nomi del passato con cui ha avuto l’onore di collaborare e incoraggia le nuove generazioni che si avvicinano al mondo del giornalismo, sempre più competitivo, immediato e autoreferenziale, sostenendo che una buona formazione è fondamentale per emergere tra tanti senza perdere di vista il vero senso del giornalismo ed esortando al ritorno del giornalismo di strada.

-Arianna Sassi