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Investiamo nel futuro, Salviamo la ricerca italiana!

Giorgio Parisi, noto fisico italiano, ha lanciato la petizione ” Salviamo la ricerca“, con lo scopo di far comprendere alla politica italiana l’assoluta necessità di fondi finanziari, necessari alla ricerca italiana per raggiungere un livello superiore.

Con il trattato di Lisbona del 2000 e con il Consiglio Europeo di Barcellona del 2002, il Governo italiano, così come le altre nazioni europee, si è impegnato a finanziare la spesa in Ricerca e sviluppo al 3% del PIL; ma ciò non è stato rispettato. Infatti, l’attuale investimento per la ricerca in Italia è pari solamente al 1% del PIL, dunque ben distante dal 3% che si era impegnata a stanziare.

Questo scarso investimento nella ricerca comporta la nota fuga di cervelli poiché, non essendo retribuiti a sufficienza, i ricercatori italiani si trasferiscono in paesi come il Regno Unito o la Germania, dove vengono congruamente remunerati.
I dati sui finanziamenti in ricerca e sviluppo in percentuale sul PIL, collocano infatti l’Italia agli ultimi posti tra i paesi OECD ( basta pensare che i fondi per la ricerca di base italiana sono dieci volte di meno di quelli della Francia).
Anche il settore universitario è sottofinanziato: dal 2009 infatti, il fondo di finanziamento ordinario alle università è in continua discesa.

Questa iniziativa è condivisa da molte persone (sono state raccolte oltre 145.000 firme), ed è sostenuta anche da importanti volti del mondo scientifico e noti al pubblico televisivo, come Piero Angela, il quale ha voluto contribuire con un video messaggio per sottolineare l’importanza della ricerca e la necessità di incrementare gli investimenti per questo settore.

Oltre a questa petizione sono state realizzate altre iniziative sempre col medesimo fine; una di questa è una lettera scritta da 69 scienziati italiani, tra cui lo stesso Giorgio Parisi, pubblica il 4 febbraio 2016 sulla rivista scientifica Nature.

Marika Dioguardi