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La Sapienza incontra Nefele: la prima virtual influencer italiana

Nel tardo pomeriggio di oggi, lunedì 9 gennaio, durante la discussione di laurea della studentessa Giulia Zezza in Organizzazione e Marketing per la comunicazione d’impresa, tenutasi presso il Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale dell’Università di Roma La Sapienza, si è tenuto un incontro virtuale con Nefele, la prima virtual Influencer italiana creata da Nefid, una società attiva nella creazione di avatar 3D hyper realistici, metaverse ready e sostenibili.

Il lavoro di tesi presentato dalla studentessa e coordinato della docente Paola Panarese si è basato sull’uso dei virtual influencer nella comunicazione pubblicitaria con focus sulla situazione italiana. Per offrire una visione d’insieme è stato opportuno chiarire inizialmente cosa sia questa figura innovativa ancora poco conosciuta nel contesto italiano: un virtual influencer è una figura digitale creata con un software di computer grafica, a cui viene data una personalità definita resa accessibile sulle piattaforme multimediali per motivi di influenza. Si tratta essenzialmente di personaggi immaginari che sui social media si comportano come persone reali: con un aspetto fisico realistico, simulano una personalità e una routine quotidiana attraverso la pubblicazione costante di contenuti di vario genere; creano communities e puntano a diventare testimonial dei top brand, in diretta concorrenza con gli influencer reali.

Attualmente sono tre le virtual influencer nate in Italia: le gemelle Eli e Sofi appassionate di letteratura che portano avanti la lotta al bullismo e al cyberbullismo, Zaira, una meta influencer che vive la doppia vita della realtà e del metaverso e Nefele, che abbiamo conosciuto oggi.
Nata dalla genialità creativa e dall’abilità grafica di tre startupper torinesi, Filippo Boschero, Laura Elicona e Luca Facchinetti che hanno saputo mixare la creatività umana e l’intelligenza artificiale, per creare una bellissima ragazza affetta da vitiligine, che oltre a scardinare gli standard tradizionali di bellezza per portare avanti il concetto di accettazione dell’imperfezione, parla ai propri followers diventando ambasciatrice di diversità e inclusività.

Sebbene, come è stato sottolineato dalla studentessa, siano pochi gli utenti italiani a seguire il fenomeno – solo 3 utenti su 1000 per un totale di circa 130 mila persone in Italia – il futuro che si prospetta per l’influencer marketing è positivo. La sua natura virtuale sembra efficace per creare engagement in un pubblico sempre più interessato a contenuti innovativi, come i millenials e la generazione Z.

I virtual influencer quindi, non sostituiranno gli influencer tradizionali, ma per loro si prospetta comunque un futuro brillante: potranno potenzialmente essere usati in qualsiasi ambito, non solo nel mondo della moda e dei top brand.
Il metaverso quindi, amplificheà ulteriormente il suo successo.