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Dialoghi sull’ordinamento francese del XXI° secolo

      Intervista prof.on.Ceccanti-RadioSapienza Radio Polis07072022_1 - Gabriele Cela

Il 7 Luglio 2022 alle ore 10.00 presso la sala Lauree della Facoltà di Scienze Politiche, Sociologia e Comunicazione si è svolto il convegno dal titolo “Dialoghi sull’ordinamento francese del XXI° secolo-Dopo le elezioni presidenziali e legislative 2022” a conclusione del ciclo di incontri sugli Ordinamenti Istituzionali statunitensi, francesi, spagnoli, inglesi e cileni, in un’analisi che ha abbracciato anche i recenti avvenimenti politici dei paesi interessati.

Dopo i saluti istituzionali della Prof.ssa Giulia Caravale, l’incontro è stato introdotto e moderato dalla Prof.ssa Paola Piciacchia.

Il tema è stato magistralmente illustrato dai relatori: il Prof. Otto Pfsermann, il Prof. Paolo Passaglia, la Prof.ssa Marina Calamo Specchia, la Prof.ssa Fernanda Bruno, il Prof. Sandro Guerrieri , il Prof. onorevole Stefano Ceccanti e il Prof. Rino Casella. Il Prof. Fulco Lanchester ha tratto le conclusioni delle diverse relazioni.

Durante il convegno l’Ordinamento Istituzionale francese è stato presentato in una prospettiva giuridico-sociologica, inserita in un excursus storico giunto fino alle recenti elezioni presidenziali.

Il Prof. On. Ceccanti si è soffermato sull’analisi dell’ “effetto di trascinamento”.

Macron, primo presidente Francese rieletto dal 2002, nonostante abbia ottenuto la maggioranza relativa, ha fatto registrare un più modesto “effetto di trascinamento” rispetto alla sua prima vittoria elettorale, in cui ha certamente avuto un ruolo importante l’effetto “novità”.

In ogni caso una vittoria, se si considera che la rielezione è impresa ardua concessa a pochi leader, particolarmente in questo momento storico.

Se le elezioni fossero più distanziate nel tempo, probabilmente l’effetto di trascinamento da moderato si ridurrebbe a zero.

Secondo alcuni il doppio turno non garantirebbe un buon funzionamento del sistema elettorale, in realtà è vero il contrario, in quanto è proprio il doppio turno a garantire la rappresentanza.

In presenza di una radicalizzazione dell’elettorato, grazie al doppio turno, il sistema ha portato una forza centrista che al primo turno aveva raggiunto il 25% dei voti al 42% dei seggi, se così non fosse stato, oggi saremmo qui a discutere di un sistema eccessivamente selettivo.

Anche l’affermazione secondo la quale la maggioranza relativa sarebbe debole sembra esagerata, in quanto la frammentazione dell’assemblea aiuta chi ha la maggioranza relativa.

Proprio in Francia, il 1 Giugno 1992 il governo Bérégovoy fu sfiduciato sulla politica agricola comune per soli 3 voti, avendo solo due gruppi di maggioranza che lo sostenevano.

Inoltre va tenuta nella dovuta considerazione la variabile “tempo” nelle alleanze governative.

A inizio legislatura è difficile che nasca un governo di coalizione tra forze che si sono scontrate durante un’accesa campagna elettorale. Diverso è il discorso sul quinquennio, perché col passare del tempo maturano altre decisioni e si comincia ad allargare lo sguardo verso forze politiche inizialmente considerate “ostili”, in vista di possibili alleanze.

In conclusione, è inutile negare l’esistenza di una crisi politica che sta investendo tutta Europa, ma è certamente possibile affermare che gli Ordinamenti Istituzionali fanno da argine a questa crisi.

Le conclusioni del convegno sono state curate dal Prof. Lanchester, il quale ha approfondito, all’interno di un più ampio discorso, le ragioni della crisi politica di Macron, i risultati elettorali, le prospettive politiche interne ed europee. Il momento storico è estremamente delicato e anche le istituzioni si surriscaldano, rischiano di saltare e di non riuscire ad operare positivamente.

Le dimissioni del primo ministro inglese Boris Johnson dimostrano come i gruppi parlamentari abbiano ancora il potere di eleggere i propri leader e di farli dimettere.

L’evoluzione della forma di governo francese dev’essere analizzata dal 1962, quando venne introdotta l’elezione diretta del Presidente della Repubblica al semipresidenzialismo, una forma di governo che offre molteplici possibilità e alla quale sono state apportate modifiche negli anni successivi.

In un sistema così articolato, aumentando l’astensionismo e la volatilità, la Francia si è trovata a dover affrontare una nuova situazione, che ha visto nel 2017 l’elezione di Macron su una base molto ristretta,
un vero miracolo.

Quando si registra a livello politico una frammentazione dei partiti e una spinta verso posizioni centriste si parla di “italianizzazione”. Questo sistema può durare, ma non può innovare.

L’analisi dei risultati elettorali rileva la debolezza e l’eterogeneità dell’alleanza presidenziale, perché il simbolo elettorale e il gruppo parlamentare non coincidono, una perdita d’identità che indebolisce la maggioranza.

Il convegno conclusivo del ciclo di studi ha analizzato con puntualità e precisione quanto è evidente ad ogni cittadino elettore europeo: una generalizzata crisi d’identità dei partiti e del senso di rappresentatività del mandato politico, in una società che da più parti viene definita “fluida” e che, inevitabilmente, sta condizionando lo scenario politico interno ed europeo, determinando una fluidità che genera disaffezione dei cittadini, evidente nel tasso di astensionismo alle urne, in crescita ad ogni tornata elettorale.

È pur vero che stiamo attraversando il più duro momento storico dal dopoguerra, ma proprio per questo ogni schieramento politico dovrebbe essere il meno “fluido” possibile, mettere dei punti fermi, stringersi intorno al suo popolo e ritrovare un’unità d’intenti, eliminando il divario tra aspettative, istanze, necessità degli elettori e decisioni degli eletti, principale causa delle crisi politiche di ogni tempo.

E’ possibile ascoltare la registrazione del convegno su Radio Radicale.