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Addio a Stephen Hawking

Stephen Hawking; death; 2018;

Ieri, 14 marzo 2018, nelle prime ore del mattino è scomparso all’età di 76 anni il cosmologo e astrofisico britannico Stephen Hawking, considerato fra le menti scientifiche più autorevoli e conosciute nel mondo. Il quoziente d’intelligenza di Stephen Hawking, secondo i test standard, era 160 o 165, lo stesso che molti biografi attribuiscono ad Albert Einstein e Isaac Newton.

La morte, avvenuta nella sua casa di Cambridge, è stata annunciata dal portavoce della famiglia attraverso la lettura di un comunicato diffuso ai media da parte dei figli Lucy, Robert e Tim.
Proprio a Cambridge, per circa trent’anni (1979-2009) il professor Hawking era stato titolare della cattedra lucasiana di matematica all’Università di Cambridge, per poi diventarne il direttore del Dipartimento di Matematica Applicata e Fisica Teorica.

Stephen William Hawking nacque a Oxford l’8 gennaio 1942. Nonostante il padre volesse per lui una carriera in campo medico, egli sviluppò una grande passione per la matematica. Cominciò molto presto la sua formazione universitaria, infatti, alla giovane età di 17 anni entrò all’Università di Oxford laureandosi, tre anni dopo, con lode in fisica.
Successivamente lasciò Oxford per studiare astronomia teorica e cosmologia all’Università di Cambridge alla quale, appunto, fu legato fino alla morte.

Fu nel 1963, all’età di 21 anni, che gli venne diagnosticata la Sclerosi laterale amiotrofica (Sla), una malattia degenerativa invalidante che lo costrinse negli anni 80 all’uso della sedia a rotelle. Nonostante i medici affermarono che lo scienziato avrebbe avuto solo pochi anni di vita, la malattia fu lenta nel suo corso. In quel momento, raccontò Hawking “ogni cosa è cambiata: quando hai di fronte l’eventualità di una morte precoce, realizzi tutte le cose che vorresti fare e che la vita deve essere vissuta a pieno”.

Nonostante la malattia, la figura dello scienziato è divenuta famosa in tutto il mondo, apparendo molte volte nella cultura di massa. Ricordiamo ad esempio le sue apparizioni nei Simpson o nella serie tv americana The Big Bang Theory il cui cast ha ricordato la sua figura attraverso una foto con dedica.

Al professor Hawking si devono numerosi studi e teorie, tra cui la teoria cosmologica sull’inizio senza confini dell’Universo (denominata stato di Hartle-Hawking) e la termodinamica dei buchi neri, la cosiddetta “radiazione di Hawking“. Ma lo studio e l’osservazione dell’Universo non si sono mai fermati.
Il mondo della scienza, o più in generale il mondo intero, lo ha conosciuto anche per le sue affermazioni piuttosto pungenti riguardo il confine tra cosmologia e religione. Solo per citare alcune delle sue battute più famose ricordiamo: “Ho notato che anche le persone che sostengono che tutto sia già stato scritto e che non possiamo fare nulla per cambiare le cose guardano prima di attraversare la strada” oppure, ancora “Dio può esistere, ma la scienza può spiegare l’universo senza la necessità di un creatore“.

Molti, quindi, sono stati i contributi di Hawking al mondo della scienza e altrettanti numerosi sono stati i riconoscimenti e le onorificenze ricevuti. Membro della Royal Society, Royal Society of Arts e Pontificia Accademia delle Scienze, nel 2009 Hawking aveva ricevuto dal presidente statunitense Barack Obama la Medaglia presidenziale della libertà, la più alta onorificenza degli Stati Uniti d’America.

Si può uscire da un buco nero, anche verso un altro universo. Se vi sentite dentro un buco nero, non arrendetevi. Una via d’uscita c’è.(Steven Hawking)

Alessandro Lauria