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36570 nomi scritti a terra al Pigneto per sensibilizzare sul tema migranti

Trentaseimilacinquecentosettanta. E’ il numero di nomi che saranno scritti sulla frequentatissima via del Pigneto dall’artista e performer Fabio Saccomani. E’ anche il numero delle persone morte dal 1993 nel tentativo di raggiungere l’Europa che hanno un nome e cognome, secondo le stime di United for Intercultural Action. (S)ink, il nome evocativo del progetto, diventa allora un’aperta denuncia contro le leggi europee in tema migranti.

Tutto in questa opera possiede un forte connotato simbolico. Innanzitutto, la scelta delle date di inizio trascrizione dei nomi e di inaugurazione, rispettivamente il 10 dicembre 2019, giornata mondiale dei diritti umani, e il 20 giugno 2020, giornata mondiale del rifugiato. In secondo luogo, la tecnica, cioè una resina trasparente e idrorepellente che reagirà solo a contatto con l’acqua. Perciò, l’acqua fungerà da reagente che rende visibili quei nomi, innescando un potente impatto visivo davanti agli occhi del visitatore come la scoperta improvvisa di una fossa comune.

Nelle parole della presentazione del progetto, “il percorso dell’acqua prima sancisce la fine drammatica del viaggio e poi svela allo spettatore quella moltitudine silente. L’acqua è perciò simbolo di morte ma anche veicolo di memoria. Oltre la morte, l’acqua consente uno sparuto attimo di esistenza che trasforma tragicamente la clandestinità e l’oblio in un’ingombrante presenza”. Nei giorni di pioggia, i passanti non potranno ignorare quei nomi concreti; nei giorni di sole, invece, ne avvertiranno solamente la presenza invisibile nell’aria.

(S)ink è il prodotto di un’idea di arte capace di veicolare un potente messaggio politico e di influenzare i propri tempi. Nella denuncia della gestione dei flussi migratori si articola un fermo richiamo alle responsabilità dirette del discorso pubblico e del modello economico, nonché un accorato appello all’Europa affinché si elevi a faro-guida davanti alle innumerevoli sfide che pone la contemporaneità.

La performance rientra nella sezione MArte Visiva progetti speciali della Biennale MArte Live.